Andrea Crisanti e la villa storica: «L’ho presa con i risparmi. In tv vado sempre gratis»



Pensa di aver fatto bene?
«Se parliamo di lavoro, assolutamente sì. Sono riuscito a preservare la mia integrità. A livello personale, forse ignorare i social non mi ha fatto capire l’eco che avevano le mie parole, facendomi sottovalutare la mia notorietà. Davvero, è assurdo dover rispondere dell’acquisto di una casa».

Non è esattamente un bilocale con servizi…
«E non ritengo di doverne rendere conto a nessuno. Ma voglio dire due cose. La prima: non costa due milioni. La seconda: ho fatto un mutuo, neppure troppo leggero. Quanto alle dimensioni, è una dimora – va meglio se la chiamiamo così? – progettata per ospitare familiari, parenti e amici, e stare insieme. Ho una certa età, è normale pensare a cose come questa. Me lo posso permettere. Sono una persona agiata. Io e mia moglie occupiamo posizioni apicali da molto tempo. E abbiamo sempre condotto una vita frugale. I soldi, non li abbiamo mai buttati. E insomma».

Se non altro, adesso sappiamo della sua passione per l’arte.
«L’ho ereditata da mio nonno, che fu uno dei più importanti restauratori italiani di chiese e luoghi sacri. Quando abitavo a Londra, alcuni amici antiquari avevano scoperto una mia dote. Se osservo un quadro, nella mia testa si scompone in mille particolari, che poi riesco a ritrovare in altre opere dello stesso pittore. Una virtù utile quando è necessario attribuire la paternità di un dipinto. Era diventato quasi un secondo lavoro. Ho smesso dieci anni fa, perché ci tenevo troppo ai miei studi di genetica. Ma pure questo dettaglio personale viene usato e citato con malizia, per suggerire chissà quale mia ricchezza».

Una volta accettata la notorietà, non è inevitabile subirne anche le conseguenze più fastidiose?
«Ma io non l’ho cercata! E adesso che noi virologi stiamo rientrando nei ranghi non mi mancherà, glielo giuro. Le prime volte sono andato in televisione volentieri, per vincere la mia timidezza intrinseca. Quando infine l’ho superata, l’ho fatto solo per dovere. E dal punto di vista scientifico, avevo le mie soddisfazioni anche prima della pandemia. A me piace la vita sottotraccia, ci torno volentieri».

Così potrà iniziare in santa pace i lavori di ristrutturazione?
«Spero di non farli sotto gli occhi dell’Italia intera. E comunque non saranno opere di ristrutturazione ma di restauro, per mantenere l’esistente. Mi raccomando, anche in questo caso c’è differenza».

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