Putin ha inviato l’esercito russo in Ucraina
Le premesse erano già state create. Dopo settimane nelle quali il Cremlino aveva continuato a smentire qualsiasi intenzione di lanciare all’attacco i suoi reparti, negli ultimi giorni l’atteggiamento era cambiato drasticamente. Putin e i suoi hanno preso a insistere sull’imminenza di una invasione ucraina delle due repubbliche, con la prospettiva di una «catastrofe umanitaria». Anche se il presidente ucraino Zelensky negava recisamente questa possibilità (e nemmeno un folle muoverebbe le sue deboli forze avendo sul confine le poderose unità dell’armata russa), la narrazione del Cremlino e di tutti i media controllati direttamente o indirettamente serviva a legittimare una violenta e distruttiva contromossa di Mosca.
Donne e bambini
Senza che la situazione oggettiva lo richiedesse affatto, è stata decisa l’evacuazione di donne e bambini da Lugansk e Donetsk oltre alla mobilitazione generale. Ma a partire sono state solo poche decine di migliaia di persone; gran parte della popolazione russofona della zona non si è spostata e ciò sembra essere un’ulteriore dimostrazione del fatto che si trattava di una iniziativa propagandistica. L’intervento sarebbe giustificato sia dalla richiesta di aiuto dei due Stati «sovrani» formalmente alleati grazie al trattato di ieri, sia dalla volontà di proteggere centinaia di migliaia di russi (sono stati distribuiti più di ottocentomila passaporti di Mosca) esposti alla violenza dell’esercito ucraino e delle milizie volontarie che da mesi vengono dipinti come eredi diretti di quei gruppi che nel 1941 appoggiarono l’avanzata in territorio sovietico delle truppe hitleriane. Tv e giornali ripropongono brutalmente lo stesso scenario: i «nazisti» di Zelensky pronti ad avventarsi sugli innocenti russi del Donbass.
La Russia «sotto tiro»
Per motivare la decisione di ieri, Putin ha parlato per quasi un’ora, sostenendo che, in pratica, lo Stato ucraino è una finzione. «Il Donbass fu praticamente annesso con la forza all’Ucraina dai collaboratori di Lenin», ha affermato. Una lezione di storia volta a ribadire la centralità della Russia e a ricordare tutti i torti subìti negli anni. A cominciare dalla pace firmata dopo la rivoluzione del 1917, all’origine di molte delle distorsioni attuali. Poi la fine dell’Urss e «l’assurdo» smembramento dell’Urss, erede diretto della Russia imperiale. Negli ultimi trent’anni l’Ucraina è sopravvissuta grazie all’aiuto del Paese fratello, «con prezzi agevolati dell’energia e altro»: fino al 2013 sovvenzioni per 250 miliardi di dollari.
E oggi il Paese non sarebbe altro che un’entità al servizio degli americani, guidata da governanti che hanno solo pensato ad arricchirsi. È dall’Ucraina che la Nato potrebbe in un prossimo futuro aggredire la Russia, in base alla dottrina americana che giustifica l’uso del cosiddetto «primo colpo» (cioè attaccare per primi). Da Kharkiv missili Nato potrebbero arrivare a Mosca in sette minuti. Con vettori ipersonici in quattro. L’intera Russia europea sarebbe sotto tiro.
Putin dà per scontato che l’Occidente finisca per applicare nuove pesanti sanzioni, ma fa capire che il suo Paese potrà andare avanti comunque e che reagirà con «adeguate contromisure». Ha poi affermato che le precedenti sanzioni erano state varate «senza alcuna ragione», come se l’Occidente non avesse risposto all’annessione unilaterale della Crimea e ad altre iniziative di Mosca.
Prima dell’annuncio era stata trasmessa integralmente in tv la seduta del Consiglio di sicurezza durante la quale tutti i suoi, come scolaretti, avevano approvato l’idea di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche. Il diplomatico Lavrov, i capi dei servizi segreti, il ministro della Difesa. Tutti d’accordo. Il responsabile dell’Interno Kolokoltsev è arrivato a suggerire che le due repubbliche dovrebbero allargarsi fino a comprendere tutto il territorio che fa parte amministrativamente delle regioni di Lugansk e Donetsk. Il che vorrebbe dire che le truppe russe assisterebbero i ribelli nella conquista di vaste aree ora controllate da Kiev, compreso l’importante porto di Mariupol.
Articolo in aggiornamento…
CORRIERE.IT
Pages: 1 2