Governo, il rischio delle sabbie mobili
In fondo sia Enrico Letta sia Silvio Berlusconi (nella telefonata al premier) hanno adombrato uno sbocco di questo tipo. Fissare le regole del secondo tempo, permettendo a ogni gruppo di preservare la propria identità, pur rinunciando a qualcosa in nome di un destino comune. Inverosimile? Forse sì, considerando la condizione in cui siamo. Ma forse sarebbe l’unico modo per consentire a Draghi di esercitare un’effettiva leadership nell’ultimo miglio della legislatura, realizzando proprio alcuni punti dell’agenda per la quale fu chiamato a suo tempo alla guida del governo.
Senza dubbio in un passaggio così stretto, nel quale occorre dimostrare stoffa politica, Mattarella può essere un alleato prezioso. Ma l’iniziativa non può non venire dal presidente del Consiglio. È lui il protagonista della seconda fase, come lo è stato della prima. Con una certezza: se crolla il castello di carte, non ci saranno margini per ricostruirlo. L’unico sbocco sarebbero le elezioni anticipate.
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