Quattro incognite sul Next Generation Eu

Il problema è adesso quello della realizzazione che è affidata a un sistema di decentramento nazionale coordinato dalla Commissione in una operazione che potrebbe funzionare su tempi molto più lunghi e con alcuni poteri decisionali ed esecutivi portati a livello di Commissione europea. Allo stato attuale si tratta di scelte impossibili.

Si potrebbe dire che adesso la Ue vive in una situazione di “federalismo apparente” o “ibrido” dove ci sono entità certamente federali come l’Euro, che compie con successo i 20 anni anche perché la BCE è una. Finché si è puntato al coordinamento delle politiche monetarie nazionali e al sistema monetario europeo non c’era nessuna possibilità di fare politica monetaria e se fossimo stati in quelle condizioni durante le due crisi (finanziaria e da pandemia) la UE sarebbe andata a pezzi. Il rischio lo si corre di nuovo adesso con l’energia che è il sinonimo fisico dell’euro monetario con l’aggiunta di complicanze politico-strategiche. Altri casi si possono portare per esempio ma fermiamoci a questo.

Energia come Euro:ci vuole un EEE simmetrico alla BCE

L’approccio funzionalista è perciò cruciale e deve punta sulla creazione di ‘Enti Euro-Funzionali’ (EEF), che siano di nuova creazione o l’evoluzione di strutture già esistenti da potenziare Quelle che già ci sono vengano invece considerate come casi isolati di cooperazione, senza che se ne colga il potenziale per l’integrazione funzionale europea. Considerimo il caso energetico con due esempi di iper-scienza e di tecno-scienza.

ITER è un progetto portato avanti dal 2006 in maniera congiunta da Euratom (dunque la Commissione Europea in rappresentanza dei 27 Stati membri UE) e da altri sei Stati (Cina, Corea del Sud, Giappone, India, Russia, Stati Uniti). Scambi tecnoscintifici importanti sono avvenuti anche fra ITER e il CERN. Il progetto consiste nella costruzione e avvio alla produzione di un reattore a fusione nucleare, installato nel sud della Francia. Il successo di questo Progetto richiederà tempo ma il suo potenziale è rivoluzionario per quanto riguarda le prospettive di produzione di energia ‘pulita’ e relativamente abbondante, che avrebbe delle ricadute formidabili sul piano ambientale, politico ed economico.

Ma per parlare del presente, in un periodo in cui la politica europea sembra essersi riorientata sulla produzione di energia con tecnologia a fissione, è possibile ipotizzare cooperazioni funzionali rafforzate tra paesi? L’Italia è leader mondiale nella progettazione e ricerca sulla tecnologia a fissione, attraverso l’Ansaldo Nucleare (che pure collabora con il CERN), una realtà decisamente apprezzata nel mondo. Dal momento che abbiamo l’eccellenza tecno-scientifica ma non la possibilità di sfruttarne in Italia le competenze per una serie di ragioni una cooperazione rafforzata Franco-Italiana in questo settore non porterebbero benefici tanto ai due paesi quanto all’Unione nel suo insieme?

Draghi e Macron: visione e azione

Draghi e Macron, che in passato hanno dimostrato di essere all’altezza delle loro responsabilità, possono assumere una leadership europea per varare e/o potenziare e/o modificare Enti Funzionali Europei ad alta tecnoscienza finanziati da Eurobond e nel contempo modificando la struttura troppo decentrata e  stretta nei tempi dei PNRR. Nessuno dei due può farlo da solo anche se Macron fruisce di un sistema costituzionale più adatto al XXI secolo. Un vantaggio che purtoppo Draghi (e l’Italia) non hanno.

L’HUFFPOST

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