Ucraina-Russia, le ultime notizie in diretta. Biden invia truppe, sanzioni contro banche e oligarchi russi
Ore 18.23 — Putin: abbiamo riconosciuto tutto il Donbass
La Russia ha riconosciuto i confini
amministrativi delle repubbliche separatiste del Donbass, che
comprendono anche zone attualmente controllate dalle truppe di Kiev. Lo
ha spiegato ai giornalisti il presidente russo, Vladimir Putin. I
confini stabiliti nella Costituzione delle regioni di Donetsk e Lugansk
sono quelli quando facevano ancora parte dell’Ucraina», ha affermato
Putin. Ciò significa che le truppe e l’amministrazione ucraine
dovrebbero sloggiare?
Ore 18.18 — Ue, accordo unanime dei 27 su sanzioni alla Russia
Il ministro degli Esteri francese Le Drian: «Ue unanime su primo pacchetto di sanzioni Russia».
Ore 18.10 — Putin, «minaccia nucleare inaccettabile»
Il presidente russo ha definito «una minaccia strategica»
«inaccettabile» la presenza di un Paese come l’Ucraina, «anti-russa»,
con competenze nucleari e «armata fino ai denti».Il capo del Cremlino si
è detto «seriamente preoccupato» dalla minaccia di armi nucleari in
Ucraina: ha fatto notare che ha una competenza nucleare molto vasta e
tutto il necessario per sviluppare rapidamente testate e missili
nucleari. «Per noi questo rappresenta una minaccia strategica» e lo
affronteremo nel «modo più serio»: «Mosca sarebbe nel raggio d’azione
dei missili nucleari ucraini».
Ore 18.00 — Mosca chiede riconoscimento della Crimea
Putin ha chiesto che la comunità internazionale riconosca la Crimea,
territorio ucraino occupato da Mosca nel 2014, come parte integrante
della Russia.
Ore 17.50 — Putin non esclude truppe in Ucraina
«L’ingresso dell’esercito russo in Ucraina dipenderà dalla
situazione sul terreno». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin.
«La miglior decisione che l’Ucraina potrebbe prendere è rinunciare ad
aderire alla Nato. «Gli accordi di Minsk non esistono più». «Non ho
detto che dopo questa conferenza stampa vedremo la presenza delle forze
russe nelle Repubbliche» di Donetsk e Luhansk.
Ore 17.41 — Il nuovo discorso di Putin
Vladimir Putin è tornato a parlare della situazione in Ucraina, dopo
aver chiesto e ottenuto il via libera, da parte del Senato, all’impiego
di truppe russe fuori dai confini. Il nuovo discorso di Putin è stato
—come quello di lunedì —durissimo: ha dichiarato che gli accordi di
Minsk che dovevano portare a una pace duratura in Ucraina «non esistono
più», ha spiegato che la Russia sostiene il diritto dei separatisti su «tutto il Donbass»
— comprese le zone attualmente sotto il controllo dell’Ucraina —e
indicato che la soluzione, per l’Ucraina, sarebbe «semplice: rinunciare
alla richiesta di adesione alla Nato e dichiararsi neutrale». Putin ha
poi spiegato che l’ingresso delle truppe in Ucraina — cioè un’invasione su larga scala — non è esclusa: «Dipenderà dalla situazione sul terreno».
Ore 17:21 — Nato, pronti a sederci al tavolo e parlare con la controparte russa. In allerta 100 jet e oltre 120 navi
Ore 17,20 — Il Senato russo ha approvato l’utilizzo di forze militari all’estero, come richiesto oggi dal presidente Vladimir Putin a sostegno dei separatisti
Ore 17,00 — Draghi riferirà alla Camera prossima settimana
Il presidente del Consiglio Mario Draghi riferirà la prossima
settimana alla Camera dei deputati sulla crisi fra Russia e Ucraina
Ore 16,49 — Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parlerà della crisi ucraina alle 14 (le 20 in Italia), secondo quanto annunciato dalla Casa Bianca. Biden dovrebbe annunciare sanzioni piu’ dure contro Mosca.
Ore 16,28 — Ucraina, separatisti Donetsk, preparati a 700mila profughi
Il ministero per la Gestione delle emergenze dell’autoproclamata
repubblica separatista di Donetsk, nel Donbass, prevede di evacuare in
Russia fino a 700mila persone, in caso di ulteriore peggioramento della
situazione militare sul terreno. Lo riporta Interfax, ricordando che
finora sono state evacuate da tutto il Donbass circa 90mila persone
verso 11 regioni russe.
Ore 16,27 — Usa parlano per la prima volta di «invasione», verso sanzioni piu’ dure contro Russia
La Casa Bianca, oggi, per la prima volta, ha definito l’ingresso
delle truppe russe nell’est dell’Ucraina una «invasione», dopo aver
esitato a utilizzare questo termine, una «linea rossa» che, una volta
sorpassata, porterà il presidente statunitense Joe Biden ad annunciare
sanzioni piu’ dure contro Mosca. Dopo Jen Psaki, portavoce della Casa
Bianca che ha lodato la decisione della Germania di fermare
l’autorizzazione del Nord Stream 2 e che per prima ha parlato di
«invasione», si è aggiunto Jon Finer, il viceconsigliere per la
sicurezza nazionale. «Pensiamo che questo sia l’inizio di un’invasione,
l’ultima invasione russa in Ucraina» ha detto. «Un’invasione è
un’invasione ed è quello che è in corso».
Ore 16,15 — Sono 39 gli attacchi compiuti oggi dalle forze armate ucraine contro l’autoproclamata repubblica secessionista di Lugansk, nel Donbass. Lo afferma il portavoce della milizia locale, Ivan Filiponenko, citato da Interfax, secondo cui sono stati presi di mira 20 insediamenti.
Ore 16,13 — Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, interverrà domani nell’Aula del Senato per un’informativa urgente sulla crisi in Ucraina. E’ quanto si apprende al termine della seduta dei capigruppo di Palazzo Madama
Ore 16,11 — La Russia si aspetta che la frenata sul Nord Stream 2 sia «temporanea».
Lo
dice il Cremlino dopo l’annuncio del cancelliere tedesco Olaf Scholz
sul congelamento delle autorizzazioni per il gasdotto dalla Russia alla
Germania. Lo riferisce la Tass.
Ore 15,20 — Colpiti dalla sanzioni Ue 351 membri della Duma e 27 funzionari, Putin non incluso
Le sanzioni Ue includeranno tutti i 351 membri della Duma che hanno
votato per il riconoscimento delle due repubbliche del Donbass più 27
funzionari e comandanti. Putin per ora non è incluso: una mossa per
tenere aperto il canale diplomatico.
Ore 15 — Appello e monito di Borrell: Mosca faccia un passo indietro e torni al negoziato, sennò altre sanzioni
«Esortiamo la Russia a revocare il riconoscimento» delle
autoproclamate repubbliche dell’Ucraina orientale, ma anche «a mantenere
i propri impegni, a rispettare il diritto internazionale e a tornare
alle discussioni nell’ambito del formato Normandia e del Gruppo di
contatto trilaterale». E’ l’appello lanciato dall’Alto rappresentante Ue
per la Politica estera, Josep Borrell. «L’Ue – si legge nella nota –
condanna fermamente la decisione del presidente Putin di riconoscere le
aree non controllate dal governo» ucraino, «i territori di Donetsk e
Luhansk, come entità indipendenti e la conseguente decisione di inviare
truppe russe in tali aree». «L’Ue – ha aggiunto Borrell – risponderà con
urgenza a queste ultime violazioni con misure restrittive aggiuntive»
che colpiranno «le relazioni economiche con le aree controllate da
organizzazioni non governative», ma anche «persone ed entità
responsabili di minare l’integrità territoriale dell’Ucraina». «Mettiamo
in guardia la Russia dall’utilizzare i nuovi patti firmati con le
autoproclamate “repubbliche” come pretesto per intraprendere ulteriori
misure militari contro l’Ucraina», ha ammonito il numero uno della
diplomazia europea. «L’Ue è pronta ad adottare rapidamente sanzioni
politiche ed economiche di più ampia portata», ha avvertito Borrell.
Ore 14.59 — Medvedev, con blocco Nord Stream 2 Ue pagherà caro il gas
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha emesso un ordine per
interrompere il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2.
Bene. Benvenuti nel nuovo coraggioso mondo in cui gli europei pagheranno
molto presto 2.000 euro per 1.000 metri cubi di gas naturale!». Lo
scrive su twitter l’ex presidente ed ex premier russo Dmitry Medvedev.
Ore 14,20 – Mosca: «per ora non schiereremo militari nell’Est Ucraina.
Budapest, unica tra i Paesi Nato, dispiega soldati al confine
Mosca «non si prepara per il momento» a schierare forze militari
nell’Ucraina orientale, ha reso noto il ministero degli Esteri russo,
contraddicendo i leader occidentali, secondo cui le truppe russe si sono
spostate nelle aree controllate dai ribelli nell’Ucraina orientale dopo
che Putin ha riconosciuto la loro indipendenza.
L’Ungheria intanto
ha annunciato che dispiegherà militari al confine, unica tra gli alleati
della Nato, che finora hanno preferito invece fornire assistenza
militare, con la consegna di armi e l’addestramento dell’esercito.
L’Ungheria ha precisato che i suoi militari saranno impiegati in parte
in compiti umanitari.
Ore 13,50 Johnson annuncia sanzioni contro 5 banche russe, congelati i beni di tre oligarchi vicini a Putin
Il premier
britannico Boris Johnson in un discorso in Parlamento ha annunciato
sanzioni contro 5 banche russe e tre oligarchi vicini al presidente
Putin. Tutti i loro beni nel Regno Unito verranno congelati e il loro
ingresso nel Paese vietato, ha precisato il leader britannico. Le banche
coinvolte sono Rossiya, IS Bank, General Bank, Promsvyaz Bank e Black Sea Bank. I tre oligarchi sono: Gennady Timchenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg.
Si tratta di una prima tranche di sanzioni (qui il documento ufficiale): le altre in preparazione sono ancora più dure, ha aggiunto Johnson.
Ore 13,30 – Anche le banche russe nel mirino delle sanzioni Ue
Oggi alle 16 è stato convocato dall’Alto rappresentante Ue Josep
Borrell un consiglio Affari esteri straordinario a Parigi. La
presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente del
Consiglio europeo Charles Michel, in una dichiarazione congiunta, hanno
detto che il pacchetto di sanzioni che sarà presentato nel pomeriggio
ai ministri (ha già avuto il via libera di principio dagli ambasciatori
martedì mattina) contiene proposte per «colpire coloro che sono stati
coinvolti nella decisione illegale; colpire le banche che stanno
finanziando le operazioni militari russe e altre operazioni in quei
territori; colpire la capacità dello Stato e del governo russo di
accedere ai capitali e ai mercati finanziari e ai servizi dell’Ue;
limitare il finanziamento di politiche aggressive che portino a
un’escalation; prendere di mira il commercio tra le due regioni
secessioniste e l’Ue, per garantire che i responsabili sentano
chiaramente le conseguenze economiche delle loro azioni illegali e
aggressive». Il consiglio Affari esteri vedrà un dibattito politico
sulla situazione e procederà a un avvallo politico ma non formale al
pacchetto di sanzioni. Gli atti legali dovrebbero essere presentati in
giornata e il Coreper, ovvero l’insieme degli ambasciatori dei 27 Paesi
presso la Ue, potrebbe riunirsi nuovamente nel tardo pomeriggio o in
serata. Von der Leyen e Michel hanno anche detto che «l’Ue ha preparato
ed è pronta ad adottare ulteriori misure in una fase successiva, se
necessario, alla luce di ulteriori sviluppi». (Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles)
Ore 13 – Donetsk accusa Kiev: sta inviando lanciarazzi verso Mariupol
Il vice comandante delle milizie della Repubblica popolare di
Donetsk, Eduard Basurin, punta il dito contro Kiev: «La nostra
intelligence segnala di aver avvistato cinque lanciarazzi multipli
ucraini BM-21 “Grad” in movimento verso Mariupol», da dove il territorio
della regione separatista può essere bombardato. Mariupol è una città
costiera ucraina sul Mar d’Azov a pochi chilometri dalla linea di
separazione tra le province separatiste dell’est del Paese e i territori
controllati dal governo di Kiev. Con la tensione a mille, si teme che
un qualsiasi pretesto possa funzionare come scintilla per accelerare il
conflitto.
Ore 12,2o – Berlino ferma il controverso gasdotto Nord Stream 2
La Germania sta muovendo i primi passi nella direzione invocata
dal premier ucraino Zelensky: il ministero dell’Economia di Berlino, su
richiesta del cancelliere Olaf Scholz, ha sospeso il processo di
certificazione per il Nord Stream 2, il gasdotto architettato da Gerhard
Schröder, simbolo dell’amicizia tra Russia e Germania e delle divisioni
europee (con gli stati del Baltico e la Polonia, oltre che l’Ucraina,
da sempre contrarie). Il cancelliere, preso atto dell’escalation russa
in Ucraina orientale, ha dichiarato di aver «chiesto al ministero
dell’Economia di adottare le misure amministrative necessarie affinché
il gasdotto non sia certificato per il momento». E senza questa
certificazione, il Nord Stream 2 non può entrare in funzione. Scholz ha
definito «massicce e robuste» le sanzioni che la Ue è sul punto di
adottare contro la Russia. Berlino tuttavia non invierà armi in Ucraina,
ma soltanto aiuti finanziari.
Ore 12,05 – Lavrov: riconosciamo Lugansk e Donetsk. ma nei confini
attuali o quelli più estesi del 2014?
Mosca
resta ambigua sull’estensione delle aree del Donbass riconosciute
indipendenti dal Cremlino: sono i due territori oggi sotto controllo
degli indipendentisti o comprendono anche aree attualmente detenute
dalle forze ucraine, incluso Mariupol e il suo porto sul Mar Nero?
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che la Russia ha
riconosciuto l’indipendenza delle due regioni ribelli «all’interno dei
confini esistenti quando hanno proclamato» la loro indipendenza: quindi i
confini del 2014, ha lasciato intendere senza confermare. Le forze
ucraine hanno successivamente rivendicato il controllo di gran parte di
entrambe le regioni durante un conflitto di quasi otto anni che ha
ucciso oltre 14.000 persone.
Ore 11,45 La Duma approva i trattati con separatisti
La Camera bassa del Parlamento russo ha approvato il trattato di
amicizia, cooperazione e mutuo soccorso firmato tra il Cremlino e le
due repubbliche separatiste ucraine, trattate quindi ormai come stati
sovrani.
Ore 11,35 Ok degli ambasciatori Ue alle sanzioni «mirate» contro Mosca
Primo via libera della riunione degli ambasciatori Ue al
pacchetto di sanzioni da mettere in campo contro Mosca. La presidenza
francese sottolinea che «c’è unità» da parte degli Stati membri nella
reazione alle decisioni russe. «C’è determinazione a prendere sanzioni
mirate contro le persone coinvolte» nelle operazioni nel Donbass, «in
coordinamento con i nostri alleati», spiega ancora la presidenza
francese.
Ore 11,20 – La richiesta di Zelensky: stop immediato del Nord Stream 2
Il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto la sospensione
immediata del progetto Nord Stream 2, in risposta alla decisione di
Putin di riconoscere le due repubbliche separatiste del Donbass.
Zelensky ha anche annunciato che, in caso di invasione totale del Paese,
verrà introdotta la legge marziale, riporta Interfax.
Ore 11 – Draghi: «Il dialogo resta essenziale, ma lavoriamo alle sanzioni»
Il presidente Draghi interviene sulla crisi in Ucraina in
apertura del suo discorso alla cerimonia al Consiglio di Stato: «Voglio
prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del
governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si
tratta di un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e
dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Sono in costante contatto con
gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una
guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma
stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni
nei confronti della Russia».
Ore 10,50 – Il ministro alle forze armate ucraine: «Ci aspettano prove difficili e perdite dolorose ma vinceremo»
«Il Cremlino vuole resuscitare l’Urss. Avremo prove difficili. Ci
saranno perdite. Dovremo attraversare il dolore, superare la paura e la
disperazione. Ma vinceremo senza dubbio. Siamo sulla nostra terra». Così
il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov in una discorso alle forze
armate, rilasciato dal suo ministero. In un tweet lo stesso Reznikov ha
espresso toni rassicuranti: «Siamo pronti e in grado di difendere noi
stessi e la nostra sovranità. Il mondo non può tacere».
Ore 10,40 – L’ ambasciata indica punti di raccolta in caso di evacuazione degli italiani a Kiev
L’ambasciata d’Italia in Ucraina ha indicato agli italiani a Kiev
«i centri di raccolta prestabiliti» in caso dovesse rendersi necessaria
un’evacuazione. I centri andranno raggiunti «unicamente in caso di
assoluta emergenza e sempre qualora gli spostamenti fossero consentiti».
L’ambasciata ha ribadito «a quanti fossero tuttora presenti» in Ucraina
«l’invito a lasciare il Paese con i mezzi commerciali al momento
disponibili». «Ai connazionali che dovessero comunque decidere di non
lasciare il Paese, si raccomanda di usare la massima prudenza, di
assicurarsi di avere documenti d’identità validi ed aggiornati e si
suggerisce, a titolo precauzionale, di valutare l’opportunità di
predisporre alcune scorte di acqua, cibo e vestiti caldi e di carburante
per le auto». Dopo il discorso di ieri di Putin, la preoccupazione
comincia a salire anche nella capitale dove si vede «meno traffico del
solito e più polizia», riferiscono alcuni testimoni.
Ore 10,20 – Di Maio,Italia convinta su strada sanzioni alla Russia
«Quello che è avvenuto ieri con il riconoscimento da parte della
Russia delle due regioni separatiste del Donbass è inaccettabile e
l’Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle
sanzioni», ha affermato in un video il ministro degli Esteri, Luigi Di
Maio. «Continueremo a coordinarci con i nostri partner europei, con i
nostri alleati, a lavorare in stretto coordinamento, perché quello che è
avvenuto ieri è un gravissimo ostacolo diplomatico alla risoluzione di
questa crisi», ha concluso Di Maio.
Ore 10,15 – Il Wall Street Journal bacchetta l’’Italia per l’esitazione sulle sanzioni
Il fronte occidentale non è compatto nelle contromisure da prendere
nei confronti della Russia. Lo afferma il Wall Street Journal che prende
di mira l’esitazione italiana e di altri paesi europei. «L’Italia esita
su sanzioni dure nel momento sbagliato», osserva il board editoriale
del quotidiano, notando come l’Italia importi il 90% del suo gas ed sia
uno dei maggiori clienti europei della Russia. Mario Draghi «non vuole
che la sua eredità di premier di unità nazionale sia macchiata da una
crisi energetica, ma consentire l’imperialismo russo sarebbe una macchia
ancora maggiore», osserva il Wall Street Journal.
Ore 10 – Lavrov vuole vedere Blinken giovedì a Mosca
Mosca vuole tenere aperto il canale diplomatico. A dichiararlo,
all’indomani del riconoscimento delle due repubbliche separatiste
autoproclamate di Luhansk e Donetsk è stata Maria Zakharova, portavoce
del ministero degli Esteri di Mosca. «Abbiamo detto anche nei peggiori
momenti che siamo pronti per il processo negoziale», ha affermato la
portavoce, sottolineando che il ministro degli Esteri russo, Sergei
Lavrov, spera ancora di poter incontrare il segretario di stato
americano Antony Blinken giovedì.
Ore 9, 45 – Boris Johnson: «Putin vuole invadere l’Ucraina, oggi prima raffica di sanzioni»
La «prima raffica di sanzioni economiche britanniche contro la
Russia» sarà resa nota oggi stesso, ha assicurato il premier britannico
Boris Johnson, avvertendo che Vladimir Putin è deciso a «un’invasione su
vasta scala dell’Ucraina». Il leader britannico ha parlato al termine
della riunione del Cobra, il comitato di emergenza del Regno Unito. «Le
sanzioni — ha spiegato — colpiranno la Russia molto duramente e c’è
molto di più che faremo in caso di invasione». Quello che è certo è che
«alle società russe verrà impedito di raccogliere capitali sui mercati
finanziari del Regno Unito». Johnson ha rinfacciato al presidente russo
di aver «fatto a pezzi il diritto internazionale», ma anche di aver
fatto «un calcolo gravemente errato» sulle conseguenze del suo attacco
«alla sovranità dell’Ucraina» e sulla volontà del popolo ucraino di
«difendersi e combattere». Il premier Tory britannico ha poi lanciato
una critica alla reazione dell’Occidente all’annessione russa della
Crimea nel 2014: reazione allora troppo debole, secondo Johnson, e che
avrebbe contribuito a incoraggiare Mosca ad agire adesso come sta
agendo.
Ore 9,30 – Borrell: «Oggi pomeriggio le prime sanzioni Ue contro Mosca»
L’Ue sta discutendo le sanzioni da imporre alla Russia per il
riconoscimento del Donbass. Ne discutono questa mattina gli ambasciatori
dei 27 Paesi presso la Ue ma il tema è anche sul tavolo dei ministri
degli Affari europei riuniti in consiglio oggi a Bruxelles. Non c’è
compattezza tra gli Stati Ue. Francia, Italia e Germania spingono per
sanzioni parziali, che colpiscano l’export delle repubbliche separatiste
e persone fisiche mirate. Però il duro discorso di Putin di ieri
rischia di irrigidire le posizioni dei Baltici e dei Paesi dell’Est. Ma
non solo. Ieri ad esempio anche l’Olanda durante il consiglio Affari
Esteri si è schierata con i Paesi che volevano subito imporre il maxi
pacchetto di sanzioni contro Mosca per colpire finanza, energia e trade.
Il premier polacco Morawiecki ha chiesto che sia convocato un Consiglio
europeo d’urgenza e stamattina l’Alto rappresentante per gli Affari
Esteri dell’Ue Josep Borrell ha annunciato di averlo convocato per oggi
pomeriggio. Tecnicamente sono i ministri degli Affari esteri a dover
approvare le sanzioni all’unanimità e non i leader Ue, che però danno
l’indirizzo politico da seguire e quindi sono un passaggio fondamentale
(Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles)
Ore 9.20 – Zelensky chiede una riunione di emergenza del «Formato Normandia»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto una riunione
urgente del cosiddetto Formato Normandia (Germania, Russia, Ucraina e
Francia). La richiesta in una dichiarazione video, riporta Interfax
Ore 8.50 – Due soldati ucraini uccisi nella notte
Secondo il ministero della Difesa dell’Ucraina, due soldati ucraini sono stati uccisi da bombardamenti durante la notte e altri 12 sono rimasti feriti. Ieri Mosca aveva dichiarato di aver ucciso cinque soldati ucraini: «Avevano oltrepassato il confine».
Ore 8.40 – La posizione dell’Ucraina
La posizione dell’Ucraina — espressa dal presidente Zelensky, e ribadita alle Nazioni Unite — è quella di garantire l’integrità dei confini nazionali. La domanda è dunque quella che la Russia «cancelli il riconoscimento dell’indipendenza dei separatisti» . «I confini riconosciuti a livello internazionale sono e rimarranno intatti».
Ore 7.20 – L’incontro tra ministri degli Esteri russo e statunitense
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato di essere ancora pronto a incontrarsi con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. «Anche nei momenti più difficili… noi diciamo: siamo pronti alle trattative», ha detto la portavoce. Secondo la Cnn, Blinken non ha annullato il suo incontro di giovedì con il ministro degli Esteri russo Lavrov.
CORRIERE.IT