Covid e il post pandemia, così Speranza: “Ecco come rivoluzioneremo la sanità”
Una riforma «che dovremo approvare entro il 30 giugno e che rappresenta la scadenza più importante dei prossimi mesi». Ma Speranza ci tiene anche a ricordare che «circa 7,6 miliardi andranno all’innovazione dei presidi sanitari, dei quali 4 per l’ammodernamento del parco tecnologico degli ospedali». Dove oltre il 60% di macchinari, come tac e risonanze, sono obsoleti e si rompono, allungando così le liste d’attesa, che già il Covid ha contribuito a rendere ancora più esasperanti. E che il governo punta ad accorciare anche «con l’investimento di altro mezzo miliardo rispetto a quello già stanziato». Anche se è chiaro che senza medici e infermieri si va poco lontano e in questo momento in Asl e ospedali scarseggiano e se ne trovano pochi sul mercato. «Colpa di una cattiva programmazione della formazione in passato, alla quale abbiamo cercato di porre rimedio rendendo permanenti 12 mila borse di studio per la specializzazione in medicina dopo le circa 32 mila finanziate negli ultimi due anni. E con due leggi di bilancio abbiamo messo sul piatto delle Regioni un miliardo per assumere il personale sanitario, superando i vecchi vincoli di spesa».
Gli impegni di governo lo chiamano, ma Speranza si trattiene ancora un attimo per parlare di un’ultima cosa che gli sta a cuore: la povertà sanitaria, «diffusa soprattutto al Sud. Una condizione nella quale si trovano 4 milioni e 300 mila italiani e che consiste nell’impossibilità di accedere a prestazioni sanitarie anche essenziali, a farmaci e dispositivi medici a pagamento. E nel mio Meridione le persone che non trovano risposte al loro bisogno di cure sono tre volte tanto che al Nord, mentre di screening oncologici se ne fanno quasi la metà. Per questo il 41% delle risorse del Pnrr sono state assegnate al Sud, al quale andranno anche 625 milioni che siamo riusciti ad ottenere dalla Commissione Ue». Una pioggia di denaro che si spera non finisca nelle mani dei soliti noti, che della sanità meridionale hanno fatto una mangiatoia. Per la politica e non solo.
LA STAMPA
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