Operazione empatia: così Draghi prova a recuperare consensi

ILARIO LOMBARDO

A nessuno farebbe piacere leggere su un giornale di avere perso oltre quattro punti di consenso personale in venti giorni. Tanto più se sei Mario Draghi, un presidente del Consiglio «celebrato», per usare il termine utilizzato ieri da Alessandra Ghisleri sulla Stampa, per aver predisposto un piano contro la pandemia e aver spinto al massimo sugli investimenti del Piano di ripresa. Un calo, una frenata, un inciampo, in qualche modo prevedibili dopo la settimana di furore sul Quirinale. E infatti: a Palazzo Chigi avevano fiutato l’aria e attendevano a tal punto un contraccolpo sull’immagine del presidente del Consiglio, dopo la corrida in Parlamento, che si sono subito attrezzati.

Il secondo tempo del governo Draghi ha un nuovo racconto, nuove location, una sceneggiatura che si vuole più coinvolgente. Trattandosi di Draghi, la svolta assume la forma di una piccola rivoluzione mediatica, pare consigliata da qualcuno, un esperto amico, chiamato per una consulenza informale, che gli avrebbe suggerito di farsi vedere di più. Non una ma ben due interviste sono in cantiere: una a un quotidiano, l’altra su Raiuno. Ci stanno già lavorando gli uomini dello staff nel massimo riserbo. In dodici mesi aveva concesso solo qualche minuto al Tg1, nei giorni drammatici della conquista talebana dell’Afghanistan. Lo stile Draghi prevedeva un protocollo rigidissimo sulle uscite, e nei rapporti tanto con la stampa quanto con l’opinione pubblica. Modello Banca centrale europea: comunicazione controllata, conferenze stampa, pochi eventi, poche o nessuna improvvisata, contatti con i cittadini il minimo indispensabile.

Tutto cambia dopo la delusione dell’elezione mancata al Colle. In quei giorni è emersa dalle cronache la voglia matta dei parlamentari di vanificare le ambizioni quirinalizie del premier. L’operazione immagine parte subito dopo. Con un obiettivo: mostrarsi protagonista dell’Italia che riparte. A Genova, Draghi si piazza alla guida della pilotina della Guardia di Finanza. Visita il porto, incontra i familiari delle vittime del Ponte Morandi, indossa l’elmetto ai cantieri del Terzo Valico. Altra visita, altri elmetti attorno a lui: i laboratori nazionali dell’Istituto di fisica nucleare nel Gran Sasso. Il discorso, dentro e fuori: «Siete l’eccellenza del Paese». Questo è il senso del Grand Tour di Draghi. L’idea di patrocinare le eccellenze italiane, il Made in Italy nelle sue mille declinazioni. Ieri è stato il design della mostra “Italia geniale” inaugurata a Palazzo Piacentini, a Roma. Oggi è la moda di Ferragamo, a Firenze, dove il premier visiterà lo stabilimento produttivo del marchio nato dal genio del «calzolaio dei sogni» Salvatore. Nel capoluogo toscano Draghi incontrerà i vescovi, farà tappa ai cantieri del Teatro del Maggio musicale, e vedrà gli stakeholders locali.

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