La guerra in Ucraina c’è già, solo l’Europa si rifiuta di vederla

L’attacco annunciato verso Kiev unifica i leader UE-Usa, chiarisce ai governi che non si può far finta di nulla e una reazione diplomatica ci sarà. Finlandia e Svezia potrebbero avviare la procedura per entrare nella Nato, Baltici e paesi dell’Est riarmano, la Nato non è più morta, come diagnosticava frettoloso il presidente francese Macron nel 2019, ma viva. Bene: ma l’opinione pubblica europea non si mobiliterà ancora e ascolterà compunta nei talk show la disinformazione su Kiev che stava per entrare nella Nato, o la storiella di Kiev vassalla di Mosca, una capitale fondata svariati secoli dopo quella ucraina.

Putin ha l’offensiva adesso. I cinesi lo lasceranno andare, non lieti del suo avventurismo, ma non scontenti che crei grattacapi al rivale strategico Biden. Il disordine mondiale di Zar Putin chiude dunque, per sempre, l’equilibrio sancito dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e le speranze di rinascita, così care al presidente David Sassoli, seguite alla caduta del Muro di Berlino. Non credete alla vulgata corrente, alla fine chi se ne frega di Damasco e Crimea davanti ai dati import-export della manifattura? Lo squilibrio geopolitico, qualunque sia il corso che il presidente Biden saprà imprimere al suo diviso e lacerato paese, apre una stagione di travaglio per la generazione europea che sognava le avventure di Erasmus. Poche voci rompono il conformista pensiero dominante oggi, ma saranno quelle che, in futuro, risuoneranno più autentiche.

L’HUFFPOST

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