L’aumento delle pensioni non si ferma a marzo: cosa accadrà dopo

Ignazio Stagno

Controllate sempre con molta attenzione i cedolini delle pensioni. Qui su ilGiornale.it abbiamo ricordato quanto sia importante una verifica del rateo di marzo in arrivo per verificare l’aumento legato all’Irpef e alla rivalutazione piena degli assegni. Ma oggi facciamo ancora più chiarezza su quanto spetta davvero sull’assegno e su quali possano essere le differenze sull’importo anche tra qualche mese, ovvero a gennaio 2023. La causa della variazione dell’importo è presto detta: l’Inps l’1 gennaio procederà, molto probabilmente, con un aumento retroattivo degli assegni. Il motivo? L’adeguamento che scatterà dall’1 marzo 2022 sul parametro di rivalutazione è al ribasso. Ergo con l’inizio del prossimo anno servirà un ritocco sull’assegno per livellare la cifra che spetta ad ogni singolo pensionato.Ecco le tabelle delle pensioni: gli aumenti fascia per fascia – Scarica la guida

Cosa è cambiato nelle cifre

Ecco dunque le percentuali che mano a mano stanno cambiando l’importo previdenziale. La rivalutazione provvisoria degli assegni era stata fissata dall’1 gennaio all’1,7 per cento. Un dato superiore rispetto a quello preso in considerazione dall’Inps dello scorso autunno: l’,6 per cento. Per questo motivo l’Istituto ha cambiato gli importi l’1 gennaio basandosi sull’1,6 per cento di riferimento per poi procedere a conguaglio con il cedolino dell’1 marzo. Ma non è finita qui. L’Istat ha infatti sentenziato che per l’anno 2021 l’inflazione ha toccato l’1,9 per cento. E dunque si è creato uno scarto dello 0,2 per cento tra il tasso provvisorio preso in carico dall’Inps e quello reale e soprattutto definitivo. Va sottolineato che la rivalutazione degli assegni, come ricorda pensionioggi.it, viene effettuata in modo provvisorio per poi essere rivisitata con i successivi conguagli. Il dato finale arriva con il decreto del Ministero del Tesoro alla fine di ogni anno. In questo caso specifico per quanto riguarda il periodo che va da gennaio a settembre del 2021, è stato rilevato un tasso all’1,7 per cento. Nell’ultimo trimestre invece è stata rilevata una impennata dell’inflazione arrivata all’1,9 per cento. Ed è per questo motivo che a gennaio 2023 si procederà al conguaglio.Penalizzazioni alte: cosa accadrà alle pensioni

Tutti i nuovi calcoli

Si tratterà di un aumento minimo in base alla fascia di reddito da pensione. Su base annuale gli assegni da 1.500 euro avranno un aumento di 39 euro, quelli da 2000 di 52, quelli di 25000 di circa 63 euro, quelli da 3000 di circa 74 euro. Per quanto riguarda gli assegni da 3500 euro, l’incremento sale a 83,67 euro; per quelli da 4000 euro aumento da 93 euro, per quelli da 4500 euro si arriva a 103 euro. Quelli di 5000 euro invece avranno un aumento di 112,92 euro sempre su base annuale. Ma questo piccolo incremento va sommato a quello scattato quest’anno che ha portato nelle tasche dei pensionati, con la rivalutazione piena, tra i 25 e i 70 euro in più su base mensile.

IL GIORNALE

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