Covid, ritorno alla normalità: la road map delle riaperture

A cura di Paolo Russo

Stadi, cinema e teatri pieni, niente più Super Green Pass nei luoghi all’aperto. Scuole sempre aperte per tutti. La data da cerchiare in rosso verso il ritorno alla normalità è il 1° aprile, perché il giorno prima scadrà lo stato di emergenza che il premier Draghi ha confermato di non voler ulteriormente prorogare. Ma nei luoghi pubblici al chiuso il Super Green Pass resterà ancora per un po’, almeno fino al 15 giugno, quando scadrà l’obbligo di vaccinazione per gli over 50 e quello di mostrare il certificato per andare a lavorare. La Lega, ma anche Forza Italia e parte del M5S la finirebbero lì. L’ala più rigorista del governo, capeggiata dal minsitro della Salute, Roberto Speranza, vorrebbe invece prorogare ancora entrambi fino all’autunno. Non per emulare Savonarola, ma per via dell’andamento lento delle dosi booster. I tanti che negli ultimi tempi si erano vaccinati obtorto collo proprio per non perdere lo stipendio, ma anche per viaggiare o andare al cinema o al ristorante, ora avrebbero puntato i piedi pur potendo già fare la terza dose, preferendo aspettare fino al limite dei sei mesi di validità del Green Pass, sperando appunto nella abrogazione della sua versione rafforzata. Un calcolo che potrebbe rallentare il liberi tutti. Anche se la strada verso il ritorno alla normalità da qui all’estate è ormai tracciata.

SUPER GREEN PASS – Abolizione graduale, il primo passo in tribune e dehors
Draghi lo ha detto chiaramente: «Metteremo gradualmente fine all’obbligo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto, tra cui fiere, sport e spettacoli». In realtà dal 1° aprile il lasciapassare sanitario, rilasciato solo a chi è in regola con i vaccini, non sarà più obbligatorio nemmeno per sedersi all’aperto in bar e ristoranti. Dove invece al chiuso, almeno fino al 15 giugno, senza Super Green Pass non ci si potrà sedere, ma al massimo si potrà consumare velocemente un caffè o un drink al bancone. Il Green Pass non dovrebbe più essere necessario neanche negli stadi.

LAVORO – Smart working, dopo l’emergenza servirà l’accordo
La prima data da cerchiare in rosso è il 1° aprile, quando scaduto lo stato di emergenza decadrà anche il ricorso collettivo allo smart working. Da remoto si potrà continuare a lavorare lo stesso, ma solo dopo la stipula di accordi individuali tra dipendente e datore di lavoro. Il 15 giugno scade poi l’obbligo di vaccinazione per gli over 50 e quello relativo al Super Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro. Speranza vorrebbe prorogare entrambi, la Lega nemmeno per sogno e Draghi tentenna. Come per tutti i luoghi al chiuso, per il momento non se ne parla di togliere l’obbligo di mascherina.

SCUOLA – Tutti in classe. Anche per i contatti basta con la Dad
Con la fine dello stato di emergenza «le scuole resteranno sempre aperte per tutti», ha assicurato il presidente del Consiglio. Questo significa che a prescindere da quanti siano stati i contagi in una classe, tutti i contatti stretti, alunni ed insegnati, continueranno a far lezione e a seguire in presenza. Oggi invece nella scuola primaria con più di 4 casi in aula gli alunni non in regola con la vaccinazione vanno in dad, gli altri continuano a seguire in presenza con le Ffp2 che saranno abrogate dal 1° aprile. Stessa cosa nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, dove oggi con due o più positivi i non vaccinati restano a casa.

EVENTI SPORTIVI – Stadi, la capienza subito al 75% poi si sale al 100%
Tanto per cominciare, da questo weekend gli stadi potranno tornare a riempirsi al 75% della loro capienza e i palazzetti dello sport al 60%. Poi dal 1° aprile si potrà tornare al tutto esaurito in entrambi i casi. Il 10 marzo, come già deciso, tanto al cinema che a teatro e negli stadi via libera a pop-corn, snack e bibite. In cinema, teatri e sale da concerto nelle regioni in fascia bianca si è già adesso al 100% della capienza, mentre nelle altre non si può andare oltre il 50%. Ma il 1° aprile con lo stato di emergenza finisce anche l’epoca dei colori e così si torna alla possibilità di fare sold out ovunque.

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