Perché l’Ucraina è così importante per la Russia e per l’Occidente

di Massimo Basile

NEW YORK – Un Paese grande il doppio dell’Italia, ma con quasi venti milioni di persone in meno, diventato la bilancia tra Est e Ovest. L’Ucraina è considerata importante per l’Unione Europea, strategica per gli Stati Uniti e vitale per la Russia, che ne ha fatta la sua ossessione. I russi vedono la capitale, Kiev, come il cuore storico della Russia medievale, terra di grandi scrittori in lingua russa come Nikolaj Gogol e Michail Bulgakov, rivoluzionari comunisti come Leon Trotsky e leader storici come Leonid Breznev. Ma l’aspetto culturale e storico passa in secondo piano in questa delicata partita per gli equilibri internazionali. Vediamo che cosa c’è in gioco.

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Perché l’Ucraina è così importante per la Russia?

Questa è la domanda chiave per capire costa sta succedendo. La Russia considera l’Ucraina come parte naturale della sua sfera di influenza. In questo Stato, con capitale Kiev, si parla ucraino, che è leggermente diverso dal russo, ma molti ucraini sono di madrelingua russa, nati quando il Paese faceva parte dell’Unione Sovietica prima di ottenere l’indipendenza, raggiunta nel 1991. La crisi di ora nasce nel 2014 quando a Kiev venne rimpiazzato il presidente filorusso Viktor Yanukovych con uno più aperto all’occidente, Petro Poroshenko, vincitore alle elezioni. Con l’adesione di molte ex repubbliche sovietiche all’Unione Europea e alla Nato – come Estonia, Lettonia e Lituania – Mosca teme che l’Ucraina possa segnare la fine dell’influenza russa nell’area.

Il Cremlino considera lo “Stato dei cosacchi” la linea rossa che non può essere superata e il popolo ucraino “una cosa sola” con quello russo, anche se gli ucraini non si considerano così. Proprio l’intrusione dell’Occidente durante l’invasione del 2014 è qualcosa che Putin non ha mai accettato. Per il Cremlino l’obiettivo non è solo riportare l’Ucraina sotto la propria sfera, ma mostrare agli ucraini che non hanno scelta e che l’Europa e gli Usa si mantengono contraddittori e incerti nei loro confronti.   

Perché l’Ucraina è così importante per Europa e Stati Uniti?

Questo Stato di più di quaranta milioni di persone rappresenta per l’Ue e Stati Uniti la cartina di tornasole dell’influenza dell’Occidente a Est. L’Ucraina, attualmente, non fa parte né dei 27 membri dell’Ue né dei 30 della Nato, ma dall’Alleanza atlantica di difesa riceve aiuti finanziari e armamenti. Cioè che europei e americani temono è che, in caso di successo militare da parte della Russia, il presidente Vladimir Putin si sentirebbe autorizzato ad attaccare anche Estonia, Lettonia e Lituania, membri Nato, inseguendo il disegno di una ricostituzione dell’Unione Sovietica, come sotto colui che rappresenta il modello di leader a cui si ispira Putin: il dittatore sovietico Iosif Stalin.

Il motivo per cui Biden ha detto che non invierà soldati in Ucraina, ma dislocherà quelli di stanza in Europa a difesa dei tre Paesi ex sovietici, conferma l’altra preoccupazione di Washington: vedere una guerra di annessione allargata, che, nel caso di Estonia, Lettonia e Lituania, coinvolgerebbe direttamente la Nato, aprendo scenari di guerra mondiale. Da parte loro, vincendo, gli Stati Uniti ristabilirebbero invece una grande influenza sull’ordine mondiale, dopo che nell’ultimo decennio la leadership si è un po’ allentata. E lancerebbero un messaggio di forza alla Cina, che segue con interesse l’evoluzione della crisi in Europa: Pechino vuole vedere come si comporterà Washington e quanto riuscirà a farsi seguire dagli alleati, perché è ciò che potrebbe succedere in futuro quando la Cina invaderà Taiwan, che per gli Usa rappresenta in un certo senso l’Ucraina della regione asiatica.  

Che cosa cerca la Nato in questa crisi?

Dopo l’annessione della Crimea, Putin ha preso di mira la zona est dell’Ucraina e dato voce ai movimenti separatisti. È qualcosa di simile fatto con la Georgia nel 2008, cioè proprio nell’anno in cui dalla Nato, nel corso del vertice di Bucarest, erano arrivate aperture all’ingresso di Ucraina e Georgia. Il messaggio di Mosca era stato chiaro: se questi due Paesi provano ad aderire al Patto Atlantico, sia gli Usa sia l’Unione Europea dovranno fare i conti con la Russia. I membri europei della Nato vedono da sempre i russi come vicini da tenere d’occhio, considerata la loro prossimità geografica, la potenza militare e economica. Ma dopo anni di sbandamento, indeboliti da Donald Trump, desideroso di smantellare l’alleanza anche per fare un “favore” all’amico Putin, la Nato ha trovato una sua nuova ragione di esistere, individuando dopo decenni un avversario comune: Mosca. L’immediata compattezza nella risposta alle minacce di Putin ha dato un senso all’Alleanza Atlantica, e, per certi versi, ha finito per sorprendere il presidente russo.

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