La follia dello zar “Denazificare Kiev”

Non ci si fermerà qui. Gli Stati Uniti poche settimane fa avevano annunciato 650 milioni di dollari in aiuti militari, oltre ai 2,7 miliardi erogati dal 2014. Probabilmente il sostegno statunitense aumenterà, così come quello dei Paesi europei, a partire da Regno Unito, Baltici e Polonia. Non è da escludere che anche la Germania riveda la sua politica restrittiva di esportazioni militari, andando in sostegno di Kiev. Pure Roma dovrebbe farsi avanti. Tutto questo basterà per difendere l’Ucraina? È escluso che le forze militari ucraine, seppur molto rafforzate negli ultimi anni, riescano a prevalere su quelle russe. Il rapporto tra le capacità militari degli uni e degli altri è di uno a dieci; purtroppo non c’è partita. Così come non doveva esserci partita, però, nella guerra tra gli Stati Uniti e Afghanistan nel 2001, o l’Iraq nel 2003. Così perlomeno si pensava allora. Eppure, come lo stesso Putin non perde occasione di rimarcare, queste sono guerre che gli Stati Uniti hanno straperso. Una cosa è sovrastare militarmente un governo nemico, tutt’altra è occupare e soggiogare una nazione ostile. Perché l’incubo di Putin sarà rendersi conto che l’Ucraina esiste eccome, e che è stata proprio l’aggressività del Cremlino nel corso degli anni – arrivata al culmine con questa tragica invasione – a forgiarla e rafforzarla, consolidando la convinzione nel Paese che un’Ucraina libera e democratica non può che essere un’Ucraina europea e atlantica. Sarà forse una battaglia lampo quella sferrata da Putin, ma anche una guerra che durerà mesi se non anni. Una guerra in cui il nostro sostegno all’Ucraina, umanitario, economico e militare, sarà fondamentale. E sarà fondamentale esserle a fianco, non permettendo che si spenga il suo sogno europeo. Perché gli ucraini oggi sul fronte combattono per tutti noi. 

LA STAMPA

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