Zelensky: «Sono l’obiettivo numero 1 dei russi, resto qui». Le ipotesi di un governo a Leopoli o in esilio
di Giuseppe Sarcina e Paolo Foschi
Drammatico videomessaggio del presidente ucraino: siamo stati lasciati soli a combattere contro l’Armata rossa. Gli Usa studiano come garantire la sua sicurezza, ma Biden sembra escludere l’invio di un commando militare per metterlo in salvo
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky nella notte di giovedì 24 febbraio — il primo giorno dell’invasione totale del suo Paese —
si è presentato davanti alle telecamere per chiedere ancora una volta
l’aiuto dell’Occidente, per provare a rassicurare i suoi concittadini,
ma soprattutto per annunciare: «Sono io l’obiettivo numero uno del nemico, la mia famiglia è il numero due».
I russi sono alle porte di Kiev, anzi, come ha riferito lo stesso presidente, «squadre di sabotatori sono già penetrate all’interno della città».
«L’Ucraina è stata lasciata sola a combattere contro l’Armata rossa»
ha aggiunto, «chi è pronto a combattere con noi? Non vedo nessuno. Chi è
pronto a dare all’Ucraina una garanzia di adesione alla Nato?».
Nelle ultime ore, al Pentagono come al comando Nato di Bruxelles, cresce la convinzione che Putin voglia «decapitare il governo ucraino».
Ieri sera il Segretario di Stato Antony Blinken è uscito allo scoperto
in un’intervista televisiva: «Penso che Putin proverà a rovesciare il
governo di Kiev».
Zelensky ha sfidato i russi: «non me ne andrò, resterò al mio posto».
Tuttavia americani ed europei sono preoccupati non solo per la sua
incolumità personale, dei suoi ministri e dei famigliari, ma anche per il rischio che il Paese resti senza istituzioni riconosciute.
Washington e Bruxelles hanno bisogno in un interlocutore legittimo. In
caso contrario l’Ucraina potrebbe sprofondare nel caos e per Putin
sarebbe più facile assumere il controllo del territorio.
La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ieri ha glissato sul
punto, ma con un elaborato giro di parole ha fatto capire che il tema
«della sicurezza» di Zelensky è all’ordine del giorno. E probabilmente
Joe Biden ne ha parlato con lo stesso leader ucraino nella telefonata di
mercoledì notte, subito dopo l’inizio dell’attacco russo.
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