Giovani in piazza in oltre 40 città russe contro la guerra in Ucraina, 1.400 arresti

di  Giulia Belardelli

Sono soprattutto giovani, sono una minoranza, sanno di rischiare l’arresto, ma non possono accettare di stare in silenzio mentre il loro Paese bombarda una popolazione che ha le loro stesse ambizioni: vivere in libertà, essere una democrazia. Nella giornata di giovedì migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade e nelle piazze delle città russe per protestare contro la decisione del presidente Vladimir Putin di invadere l’Ucraina. Una dimostrazione di dissenso che ha incontrato la solita risposta da parte delle autorità russe: arresti, arresti, arresti.

Secondo la ong Ovd-Info, si contano quasi 1.400 arresti eseguiti in una quarantina di città russe, oltre 700 dei quali nella sola Mosca. Alcuni video circolati sui social network mostrano agenti colpire e trascinare manifestanti indifesi.

Era dal ritorno e dal successivo arresto di Aleksei Navalny nel gennaio dello scorso anno che non si svolgevano proteste così diffuse in tutto Paese. L’arresto allora di migliaia di persone, così come l’avvio di procedimenti giudiziari a carico degli attivisti e l’inserimento di diverse organizzazioni nell’elenco delle ong estremiste e terroriste, avevano costretto gli organizzatori delle manifestazioni a chiedere la fine delle proteste.

Ma l’aggressione premeditata e immotivata a un Paese spesso definito “nazione fraterna” ha scioccato molti russi, spingendo alcuni a rischiare, ancora una volta. Durante le proteste – riporta il New York Times – molte persone hanno detto di essersi sentite depresse e sconvolte dalla notizia dell’azione militare russa.

A Mosca, la polizia ha bloccato l’accesso alla piazza Pushkinskaya nel centro della città, dopo che gli attivisti dell’opposizione hanno invitato le persone a recarsi lì. Gli agenti di polizia hanno disperso anche i più piccoli gruppi di manifestanti, ordinando loro di sgomberare l’area attraverso gli altoparlanti. Alcune centinaia di persone, per lo più giovani, hanno fiancheggiato le strade che portano alla piazza, alcuni gridando “No alla guerra!” e dispiegando una bandiera ucraina.

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