L’ambiguità interessata della Cina sulla guerra all’Ucraina
La televisione cinese riporta le notizie sulla guerra in Ucraina, il 25/2/2022. Foto: STR/AFP via Getty Images 25/02/2022
BOLLETTINO IMPERIALE La Repubblica Popolare Cinese non vuole attirare inutilmente le ire di Washington e allo stesso tempo non vuole voltare le spalle a Mosca. Il protrarsi della crisi potrebbe accrescere le leve negoziali di Pechino nei confronti di entrambe. Il destino di Taiwan non dipende da di Kiev. Febbraio lungo le nuove vie della seta.
La televisione cinese riporta le notizie sulla guerra in Ucraina, il 25/2/2022. Foto: STR/AFP via Getty Images 25/02/2022
Indicatore geopolitico: 9
È il numero di medaglie d’oro vinte dalla Repubblica Popolare Cinese durante le Olimpiadi Invernali svoltesi a Pechino a febbraio.
Gli atleti cinesi hanno superato di una misura quelli degli Stati Uniti.
Il risultato è stato motivo di gioia per gli abitanti della Repubblica
Popolare, ma l’evento non può dirsi un successo per il soft power del paese. In media in tutto il mondo 11,4 milioni di persone hanno seguito
l’evento: sono circa otto milioni in meno di quelli registrati nel 2018
durante le precedenti Olimpiadi invernali di Pyeongchang.
Soprattutto, la competizione sportiva è stata oscurata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
IL SENSO DELLA CINA PER LA GUERRA IN UCRAINA
La guerra in Ucraina è inevitabilmente balzata in cima all’agenda geopolitica della Repubblica Popolare, la cui posizione è al momento piuttosto ambigua. Si tratta di un’ambiguità interessata.
Pechino non ha approvato esplicitamente l’intervento di Mosca. Il
presidente Xi Jinping ha detto al telefono al suo omologo russo Vladimir
Putin che la Cina sostiene la Russia “nella ricerca di una soluzione
negoziata”.
In questi giorni l’Impero del Centro ha ribadito che bisogna rispettare
la sovranità di tutte le nazioni. Tuttavia il ministero degli Esteri
cinese ha sottolineato
che la ragione della crisi in corso è l’espansione a est della Nato,
aggiungendo che comprende le ragioni storiche e tattiche che muovono la
Russia ed evitando l’uso del termine “invasione” per definire le manovre
militari del Cremlino.
La doppiezza cinese emerge anche sui media controllati da Pechino. Il Global Times ha criticato l’Alleanza Atlantica per aver messo con le spalle al muro Mosca. Mentre la televisione di Stato cinese ha intervistato un consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha detto che “la Cina non gioca con la storia, a differenza della Russia”.
Tre fattori determinano questa postura.
Primo, tra XIX e XX secolo la Cina è stata oggetto di invasioni straniere, inclusa quella russa. Gli abitanti della Repubblica Popolare potrebbero giudicare incoerente il sostegno all’operazione militare attuata dal Cremlino.
Secondo, il riconoscimento dell’indipendenza delle due repubbliche di Donetsk e Lugansk (Donec’k e Luhans’k) sarebbe contrario agli sforzi che Pechino compie per impedire che movimenti secessionisti vecchi e nuovi emergano nella Repubblica Popolare (vedi nel Xinjiang e a Hong Kong) e che Taiwan annunci la propria indipendenza de iure, avendo ormai conseguito quella de facto.
Terzo, la Cina non vuole aggravare i rapporti con gli Usa e i paesi europei esponendosi eccessivamente su un dossier che non incide in maniera diretta sull’interesse nazionale. Nella Repubblica Popolare gli esperti dibattono anche sul fatto che eventuali sanzioni contro la Russia (vedi l’esclusione dal sistema Swift) potrebbero danneggiare l’economia cinese. Ennesima conferma della natura tattica ma non strategica della sintonia con il Cremlino. Proprio a inizio mese le due potenze eurasiatiche hanno siglato una dichiarazione congiunta per affermare che la loro amicizia non “ha limiti”- senza però definirla vera e propria alleanza.
Malgrado ciò, il protrarsi delle tensioni tra Washington e Mosca potrebbe avere diversi vantaggi per Pechino. Per esempio potrebbe spingere la Russia a cercare ulteriore sostegno cinese contro gli Usa. Inoltre, la guerra potrebbe parzialmente distrarre gli apparati americani dalle mosse della Repubblica Popolare nell’Indo-Pacifico, fornire a quest’ultima indizi utili sullo stato di salute dell’impero a stelle e strisce ed eventualmente sul se e come conquistare Taiwan entro il 2049.
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