Il paradosso dello Zar

Ma, soprattutto, è la contraddizione di una guerra, che come la rigiri appare sempre sbagliata. Figlia dell’arroganza e della presunzione di un uomo, o meglio di un regime, che non vuol guardare avanti ma per sopravvivere, per avere un futuro, si affida solo alla nostalgia dei sogni di potenza delle due Russie che incarna. Una guerra che riflette nello specchio della Storia le sue contraddizioni con i russi che assalgono la città che addirittura gli ha dato il nome, la Kiev dei «rus». Un assurdo per un nazionalista.

E più il dramma ucraino andrà avanti, più ci saranno vittime, più si moltiplicheranno le immagini di guerra eroiche e strazianti di un popolo che si sente abbandonato e più le contraddizioni diventeranno evidenti, inconciliabili, stringenti. Alla fine Putin si ritroverà in un pantano militare, mediatico, economico, diplomatico, addirittura, sportivo visto che nessuno vuole più gareggiare con i russi. Per cinismo lo Zar magari farà spallucce, ma rischia di essere ingoiato dalle sue contraddizioni. Fuori e dentro la Russia.

IL GIORNALE

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