Paolo Gentiloni: “Questa guerra colpisce i valori dell’Europa. È autocrazia contro libertà”

Il segretario della Lega Salvini, però, è un po’ meno unitario: non vuole inviare armi letali in Ucraina.
“Non entro nel dibattito politico italiano. Osservo che ieri Von der Leyen ha annunciato che l’Unione finanzierà la fornitura di materiali militari a un paese sotto attacco. Non era mai accaduto prima”.

Lei parla di unità dell’Ue. Nei primi giorni non appariva così ferma.
“Questa è la tensione che si registra nei processi decisionali dell’Unione. C’è sempre un equilibrio tra interesse generale e interessi nazionali. Ma la risposta Ue è all’altezza. Al quarto giorno di crisi siamo già al terzo pacchetto di sanzioni. Ieri Von der Leyen ha annunciato ulteriori misure: compagnie aeree, tv russa, sanzioni a Minsk. E anche i Paesi più riluttanti, come l’Ungheria di Orbán, hanno colto la gravità della minaccia”.

Però sul blocco dello Swift si è trovato un compromesso: una sanzione verso alcune banche russe e non verso tutte sarà efficace?
“L’impatto delle sanzioni sarà molto pesante e si dispiegherà nei prossimi mesi. È l’unica alternativa alla risposta militare. Per l’economia russa nel medio periodo sarà devastante e potrebbe portare ad una dipendenza di Mosca dalla Cina. Su Swift stiamo definendo la lista, ma lo schema è comunque ampliabile. Nessuno ci impedirà di estendere il perimetro del blocco. E non dimentichiamo che abbiamo neutralizzato le riserve della Banca centrale, abbiamo poi messo in campo una Task force che dovrà individuare gli asset degli oligarchi. Un attacco senza precedenti sta portando a una risposta europea senza precedenti”.

Tempi lunghi per le sanzioni fa pensare a tempi lunghi per la guerra.
“Vedo che la resistenza ucraina sta andando oltre le previsioni. In ogni caso la nostra risposta non cesserebbe se la Russia occupasse militarmente tutto il Paese o venisse insediato un governo fantoccio”.

In questa situazione l’Ue come fa a uscirne migliorata?
“L’ambizione di avere più Europa viene alimentata dalle crisi. Come è accaduto durante il Covid. Ora si possono fare passi avanti sulla Difesa e sull’Energia. Questo conflitto è una “sveglia”. Ci dice che dobbiamo essere più autonomi. E possiamo farlo, adesso che in America c’è Biden, senza correre il rischio di far apparire i nostri sforzi come una frattura del fronte transatlantico”.

Se lei si riferisce alla Bussola Strategica che sarà presentata a marzo, più che un passo sulla Difesa quello sembra un passetto. Un battaglione di 5 mila uomini…
“Intanto le cose cambiano ora per ora. Guardiamo alle scelte di Berlino sulla difesa. La nuova fase storica impone di fare le cose in comune. Il battaglione di 5 mila uomini non è tanto ma coesisterà con la Nato che certo non può essere sostituita, anzi. Ci sarà anche la disponibilità a mettere insieme filiere produttive nella difesa, c’è l’autonomia digitale e tecnologica. Non è poca cosa”.

Nell’immediato sembra decisivo crescere nell’autonomia energetica dalla Russia.
“Dipendiamo da Mosca per il 38 per cento di gas. Nel breve dobbiamo far fronte all’eventuale difficoltà di approvvigionamento. Sapendo che le conseguenze non sono uguali per tutti. Bisogna pensare a forme di sostegno e comunitarizzazione del rischio”.

Che intende?
“Acquisti comuni, stoccaggi comuni e fondi compensativi. Una formula basata su prestiti come quella del Sure ma anche fondi diversi finanziati dai governi nazionali”.

In questo contesto non sarebbe il caso di sospendere il Patto di Stabilità anche il prossimo anno?
“La congiuntura di certo è delicata. Predicare il ritorno alla normalità non ha senso. Senza contare che la normalità economica dell’Europa era piuttosto declinante. Bisogna guardare al futuro, attuare il NextGenerationEu, ridurre il debito ma in modo realistico. Qui il ruolo italiano sarà decisivo”.

Quindi?
“La sospensione dura fino a fine anno. Valuteremo la situazione per verificare se le condizioni che hanno attivato la clausola di salvaguardia si ripresenteranno. In quel caso le scadenze potrebbero cambiare”.

La guerra avrà un impatto.
“Nessuno può fare previsioni. Le attuali stime ci dicono che può incidere sulla ripresa ma non soffocarla”.
In ogni caso non si può lasciare il Patto così com’è.
“Faremo una proposta entro l’estate. Serve un patto di stabilità e crescita. Se inseguissimo la stabilità a danno della crescita, l’Europa sarebbe sempre più debole”.

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