Un golpe contro Putin è possibile?
La guerra contro l’Ucraina sarebbe costata alla Russia, in una settimana, già oltre 10mila morti, più dei soldati persi in Siria in 8 anni. E a Mosca si moltiplicano voci di dissenso: oligarchi (pochi), star, società civile. Ma le élite potrebbero tradire Putin e rovesciarlo? O il potere è ancora saldamente nelle mani dello «zar»?
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO — L’offensiva contro l’Ucraina sarebbe costata finora alla Russia oltre 10 mila morti
. «Abbiamo avuto un numero di perdite tremendo: in una sola settimana abbiamo perso lo stesso numero di soldati della missione in Siria in otto anni», rivelano al Corriere fonti militari russe.
Se confermata, si tratterebbe di una cifra spaventosa, che la dice
lunga sulle difficoltà incontrate dall’esercito del Cremlino, nonostante
la soverchiante superiorità di mezzi e uomini.
Ma soprattutto sarebbe una cifra che amplifica i problemi di Vladimir Putin, alle prese con la scommessa della vita.
Quella che lo potrebbe consacrare come restauratore della Santa Russia,
il nuovo zar che ha unificato il Russkij Mir, come sogna. Ovvero
potrebbe infliggere un colpo contundente al suo prestigio e alla sua
autorità, al punto da farne vacillare il potere.
Le notizie dal terreno dicono che i comandi russi hanno cambiato tattica e che ora la linea di attacco si sta facendo più brutale, meno attenta ai costi civili dei bombardamenti. «Putin vuole una vittoria militare e la vuole presto, la conquista di Kiev è diventata la priorità», dicono le fonti, secondo cui il regime change,
il cambio di regime con la cacciata di Zelensky, indicato come
obiettivo all’inizio, non è più nei desiderata del Cremlino. Anzi. «Una
vittoria militare permetterebbe di dettare le condizioni di un negoziato
con l’attuale governo».
È solido Vladimir Putin, sul piedistallo finora intoccabile e intoccato dal quale, da oltre due decenni, «regna» sul Paese degli undici fusi orari?
O anche per lui varrà la legge non scritta degli autocrati e dei
dittatori, il cui destino spesso si intreccia con le avventure militari?
La prima risposta di molti analisti e imprenditori è che Putin sia ancora in pieno controllo di tutte le leve del potere e inoltre disponga di uno zoccolo duro nell’opinione pubblica, che ne appoggia le scelte anche grazie alla forza e penetrazione della sua propaganda.
«Ha un potere totale – dice un manager italiano da molti anni in Russia – e anche se la situazione sta spingendo alcuni fra gli oligarchi a esprimere insoddisfazione, queste voci non hanno al momento alcuna sponda politica o militare».
Certo, a renderlo forte è anche uno scetticismo di fondo che permea una parte della popolazione russa quanto alla possibilità di un cambiamento: «Il bombardamento di Kiev è uno shock per molti russi, che lì hanno parenti o amici. Ma la maggioranza non protesta, c’è un’apatia di fondo perché sono convinti che non serva a nulla, che tutto è stato già deciso da Putin e dai cinque o sei fedelissimi che lo spalleggiano».
Nessuno però nega gli scricchiolii, i sussulti, segnali che qualcosa si stia muovendo dentro un Paese che scende progressivamente verso una fase di incertezza, durezze economiche e isolamento dal mondo.
Pages: 1 2