Guerra in Ucraina, perché l’Onu è un palazzo inutile

Il ruolo di Guterres, portoghese ma che per il suo ruolo sembra appartenere più al Mistero che a una patria, si è esaurito in una spelacchiata dichiarazione di estrema preoccupazione, nell’invito ai belligeranti a mantenere la calma, a non far follie. Forse è timido, eppure è stato confermato per un secondo incarico. Si occupa molto di ecologia, argomento sicuramente meno infiammabile dei bombardamenti di Charkov. Setaccio giornali agenzie televisioni: solo Nato, ancora Nato, Unione europea, Stati uniti con l’appendice inglese, oltre che naturalmente russi e ucraini in prima linea. E le Nazioni unite? Attendiamo con modesta impazienza la solita riunione “urgentissima” che forse passerà al voto di una inutile mozione di condanna della aggressione russa. Poco più della lega araba e l’Organizzazione dell’unità africana o l’associazione tra i paesi del basso Pacifico, che forse qualche ragione geografica per non immischiarsi ce l’hanno.

Ma non era a New York il parlamento dell’uomo, inventato proprio per offrire un luogo fisico e politico dedito alla mediazione, alla diplomazia dell’ultimo minuto e dell’impossibile, anche con piccoli metodici passi? Dove certo ci si scambiava i fragorosi “niet” e si faceva propaganda ma dove al momento cruciale anche le superpotenze potevano confrontasi prima di compiere gesti di cui non si aveva il tempo per pentirsi. Durante la Guerra fredda questo è stato il loro ruolo. Pensavo che questa volta non sarebbe successo come per il Ruanda o la Cambogia, la religione nichilista del nostro tempo non avrebbe accomunato i rappresentanti di tutti i paesi del mondo in un ripiegamento su se stessi, in una inerzia di parole in attesa che la catastrofe passi, ammesso che ci risparmi. Che fa sempre il gioco dei disegni dei nichilisti. Questa volta non era una guerra di fanatici o un regolamento di conti etnici, uno dei protagonisti dispone delle bombe atomiche e siede in quel sinedrio dei potenti per definizione, a cui spettano i poteri e le maggiori responsabilità di causare catastrofi. C’è una urgenza ancor più disperata di inventare, di operare. Di offrire una sponda ai tanti che sperano ancora nella diplomazia senza arrendersi al sopruso ma senza allinearsi rassegnati alla forza.

Invece i giorni scorrono via, i morti e le distruzioni aumentano, gli attori della tragedia si moltiplicano e le Nazioni unite semplicemente non esistono. L’unico tremolante negoziato è iniziativa dei due contendenti e il terreno neutro è fornito da un satrapo per di più direttamente implicato nello scontro. Le Nazioni unite sono comunque una autorità morale, non potevano prendere l’iniziativa di mettere di fronte i contendenti? Perché teniamo in piedi la recita del Palazzo di vetro? A che servono le migliaia di funzionari ambasciatori diplomatici che affollano il grattacielo di New York?

LA STAMPA

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