Perché siamo tutti ucraini
«La bandiera dell’Ucraina, disegnata per il Corriere della Sera da Mimmo Paladino, è la nostra bandiera. A Zelensky e ogni donna e uomo dell’Ucraina vogliamo solo dire che no, non li abbandoneremo»: l’editoriale del direttore, Luciano Fontana
«Abbiamo dimostrato che siamo come voi. Mostrateci che siete al nostro fianco, che non ci abbandonate».
Le parole di Volodymyr Zelensky sono state un richiamo fortissimo a chi vuole ancora illudersi che si può restare indifferenti.
«Siamo come voi», ci ha gridato. Perché il presidente e il popolo ucraino credono negli stessi valori, amano le stesse libertà, pretendono gli stessi diritti del nostro mondo, italiano, europeo, occidentale. Con il coraggio di chi può affermare che per la libertà e per il proprio Paese si può anche morire.
Gli ucraini vogliono vivere in pace come l’Europa ha saputo fare per tantissimi anni dopo la seconda guerra mondiale. Le armate di Putin, l’invasione di uno Stato indipendente e sovrano, i bombardamenti, i morti, le distruzioni vogliono invece cancellare tutto questo. In nome di un disegno di potenza che la storia ha sepolto e utilizzando falsità inconcepibili sulla sicurezza della Russia.
Nessuno minacciava la Russia, nessuno voleva metterla nell’angolo. Molti Stati dell’Unione, tra cui l’Italia, si erano addirittura improvvidamente consegnati alla dipendenza energetica da Mosca.
Ora dobbiamo chiedere tutti ad alta voce che le armi si fermino, che le armate si ritirino, che la vita e la libertà degli ucraini siano difesi. Sappiamo che non sarà facile, che dovremo utilizzare tutti i mezzi salvo quelli che possono portare a una terza guerra mondiale.
Ognuno di noi dovrà mettere nel conto che il lungo confronto con la Russia comporterà sacrifici. Che tutto sarà incerto. Ma pace, libertà, indipendenza, diritti sono valori assoluti e non negoziabili. Lo abbiamo imparato in passato sulla nostra pelle.
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