Paolo Nori: “Non so cosa temano di Dostoevskij, essere russo non può essere una colpa”
È talmente assurdo da poter condurre a un risveglio.
«Lo
spero. Una docente di russo mi ha detto che alcuni suoi amici dovevano
tornare a casa e non possono perché non ci sono voli, non funzionano le
carte di credito. Ma essere russo non può essere una colpa».
Neanche essere ucraino lo è. La Russia ha deciso di attaccare
in modo feroce e senza precedenti. Si aspettava un atto del genere?
«La
voglia di Grande Russia c’è da sempre, ma no, non mi aspettavo si
arrivasse a questo. Nel suo primo discorso Putin ha detto che moltissimi
cittadini russi hanno un “rodnoj” in Ucraina. È più di un parente:
viene da rodìt, partorire. Una persona con cui si ha un legame
viscerale. Quindi no, non me l’aspettavo, ma io ho studiato letteratura,
non riesco ad appassionarmi di politica».
Crede che sulla decisione della Bicocca abbia influito quanto successo alla Scala?
«Ho
trovato esagerata la decisione sul direttore d’orchestra Gergiev. Poi
ho visto che anche la soprano Netrebko, che è contro la guerra e che
dicevano non sarebbe venuta perché stava male, ha scritto su Instagram
che no, non sta male, non viene apposta. Perché è contro la guerra, ma
non contro la Russia. E quindi trovo che quel che sta succedendo sia una
cosa stupida e che noi dobbiamo provare a non essere stupidi. Il
portiere polacco della Juventus dice che è un bene che la Russia sia
stata espulsa dai campionati del mondo. Bello sportivo! Che colpa hanno i
giocatori?».
L’Europa risponde con le sanzioni, per cercare di isolare la
Russia e convincerla a smettere di lanciare bombe sui civili. Non crede
abbia senso?
«Non ho la preparazione, né l’intelligenza, né
so se è giusto mettere sanzioni. Ma so che le persone devono comportarsi
per bene con le altre persone. Anche se sono russe, anzi oggi a maggior
ragione se sono russe o ucraine. Chi non ha fatto nulla di male merita
il nostro rispetto. Questo fotografo russo che non abbiamo voluto era
contro la guerra, è stato arrestato per questo, cosa ha fatto di male?
Sono esseri umani anche i russi. Non avrei mai pensato di dover dire una
frase del genere».
Alla Bicocca dicono che volevano aggiungere autori ucraini, non sospendere Dostoevskij. Par condicio di guerra in letteratura?
«Povera gente. Una persona mi ha chiesto se Bulgakov è russo o ucraino. Era nato a Kiev, ma ha sempre scritto in russo. Sa qual è l’unica risposta possibile? È un grande scrittore».
LA STAMPA
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