Nucleare, in Italia esiste un piano nazionale emergenze radiologiche, ecco cosa prevede. Curcio: “Speriamo di non doverlo mai utilizzare”

di Alessandra Ziniti

In Italia non ci sono centrali nucleari ma il nostro Paese è ugualmente dotato di un Piano Nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 24 maggio 2010. “Il Piano c’è ed è in continuo aggiornamento, speriamo di non doverlo mai utilizzare”, ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio.

Il Piano, redatto ed aggiornato dal Dipartimento della Protezione civile ogni 3 anni, coinvolge il Dipartimento dei Vigili del Fuoco e le Prefetture, punti strategici del sistema di allertamento.

Il documento ipotizza scenari di riferimento e sorgenti di rischio, valutandone le conseguenze radiologiche; stabilisce come funziona il sistema di allertamento, delinea l’organizzazione del coordinamento operativo che compete, a livello nazionale, alla Protezione civile e, a livello regionale e provinciale, rispettivamente alle Regioni e alle Prefetture chiamate a predisporre i piani operativi provinciali delle misure protettive contro le emergenze radiologiche.

Il documento è suddiviso in quattro parti: la prima illustra gli obiettivi generali del Piano Nazionale e i presupposti di legge, la seconda parte illustra lo scenario di riferimento, i presupposti tecnici e la stima delle conseguenze radiologiche, la terza parte si occupa invece della strategia operativa (dal sistema di allertamento allo scambio delle informazioni nazionali e internazionali, dal monitoraggio dell’ambiente e degli alimenti alle misure di tutela per la salute pubblica fino all’informazione alla popolazione. L’ultima parte è invece relativa ai modelli di intervento (sistema di coordinamento, attuazione del piano, procedure operative per la valutazione degli eventi e le fasi di preallarme e di allarme).

Nel documento sono comprese 19 tabelle e 9 allegati sui livelli dosimetrici di intervento, sulle indicazioni operative per la iodoprofilassi, sull’uso di mezzi aerei per la ricerca delle sorgenti, sulla pianificazione delle emergenze e sulla rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale.

Il piano scatterebbe in caso di eventi scatenati da sorgenti radioattive (incidenti durate il trasporto di materiale radioattivo o altri accadimenti accidentali) e nucleari (derivanti da centrali nucleari, da reattori, da incidenti a unità navali a propulsione nucleare o da incidenti che possono verificarsi durante il trasporto di materiale nucleare). Ognuno di questi eventi ha una particolare pianificazione circa le misure e gli interventi da adottare.

Il Piano del 2010 è stato strutturato su nuove basi tecniche proposte dall’Ispra, su uno scenario di riferimento (come un incidente ad una centrale di potenza oltre confine) e tiene conto delle indicazioni del Dipartimento di protezione civile di potenziare comunque il livello di protezione e di considerare l’influenza di nuovi fattori di rischio esterni (crisi internazionale). Vengono inoltre previste delle specifiche misure operative per le aree maggiormente esposte in caso di incidente a una centrale nucleare entro 200 km dal confine (scenario di riferimento).

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