Il dissenso interno che pesa sul Cremlino


La risposta al dilemma ci serve per giudicare la forza, e la prospettiva politica, dell’opposizione interna a Putin. Coraggio e ideali non bastano, ma se Putin si insabbiasse sulle frontiere dei cosacchi i rapporti di forze muteranno. Le élite russe, private di carte di credito, Iphone e Mac, viaggi in aereo, borse di studio, contratti internazionali, perfino di Mondiali di calcio e sport in tv, con i loro passaporti guardati con sospetto a ogni check in, quanto a lungo chiuderanno gli occhi? Il tennista Andrej Rublev posta online “No War”, un diplomatico del Cremlino a un meeting Onu sul clima chiede perdono per l’invasione ai colleghi, perfino la figlia di un portavoce di Putin posta lo slogan “No Guerra” da Instagram, salvo poi cancellare e un paio di parlamentari danno timidi cenni di dissenso. Gesti isolati, che il tempo potrebbe moltiplicare e per questo il Cremlino alza la censura. Dalla sua cella nella Colonia Penale II, nome mutuato da Kafka, Navalny invia un messaggio al settimanale Time: “Non aspetteremo che Putin muoia, il pendolo della storia girerà”, perché, come in tutte le guerre, anche fra Russia e Ucraina, il fronte interno peserà sulla vittoria finale.

REP.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.