Sanzioni? Conta l’effetto annuncio
Ci stiamo dicendo tutti, da giorni, che le sanzioni funzionano. Ma è così? La prima puntata della miniserie su economia e guerra
Ferruccio de Bortoli / CorriereTv
Ci stiamo dicendo tutti, da giorni, che le . Ma è così?
Come prima cosa dobbiamo notare che, paradossalmente, una misura, economica, commerciale, personale è molto più efficace se crea all’inizio tanta apprensione, indipendentemente da quelli che saranno gli effetti pratici nel tempo, tutti da valutare, che comunque ci sono. Ma con il tempo, come dimostra anche la storia recente, ci si adatta, si trovano rilevanti scappatoie giuridiche. Per esempio, è stato calcolato da Giuseppe de Arcangelis su Lavoce che le sanzioni applicate contro la Russia dopo l’annessione della Crimea nel 2014 hanno funzionato al 30 per cento. Molti gli embarghi sulle armi decretati anche da noi italiani? Ma il commercio non ne ha tanto risentito, anzi. Conta, dunque, più l’effetto annuncio. Specie e se poi è seguito da una contromisura che ne amplia l’effetto.
Per esempio, il congelamento delle riserve estere della banca centrale russa e l’esclusione di alcune banche dal circuito Swift, che poi serve semplicemente per mettere in contatto istantaneo i vari istituti di credito, ha portato a undel rublo e nel momento in cui Mosca mette una commissione del 30 per cento sul cambio non fa altro che svalutare di fatto di più la propria moneta. Se la paura è quella di perdere tutto, non c’è prezzo. Ma le sanzioni, come vedremo hanno effetti indesiderati e qualche volta colpiscono di più chi le propone.
CORRIERETV