Ucraina – Russia, news sulla guerra di oggi: Mosca minaccia di tagliare il gas all’Europa. Bombe su Sumy, «uccisi bambini»
Ore 7.49 – Guerini: «L’Italia contribuisce a rafforzare deterrenza»
L’«invasione in corso da parte russa ha ricevuto una risposta ferma e
coesa da parte dell’intera comunità internazionale. L’Italia, nel
condannare questo gravissimo attacco, continuerà a richiamare la
necessità di promuovere ogni strumento diplomatico che contribuisca a
fermare la crisi». Così il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che
ha incontrato ieri a Budapest il suo omologo ungherese, Tibor Benko.
«Partecipiamo in maniera significativa alle tante iniziative
dell’Alleanza per rafforzare la deterrenza, come ad esempio la presenza
avanzata in Lettonia e l’air policing in Romania», ha affermato.
Ore 7.37 – Esercito ucraino: l’avanzata russa rallenta
L’avanzata delle truppe russe in Ucraina ha rallentato
«notevolmente» e i soldati sono «demoralizzati». Lo ha riferito il capo
di Stato maggiore dell’esercito ucraino, sottolineando in particolare la
resistenza incontrata dai russi a Chernihiv e nei sobborghi di
Mykolaiv. «Gli invasori continuano l’offensiva ma il ritmo dell’avanzata
delle truppe ha rallentato notevolmente. Sono demoralizzati e tendono
sempre più al saccheggio e alla violazione del diritto internazionale
umanitario», si legge nella nota.
Ore 7.26 – Ministro Infrastrutture: oltre 10 miliardi di dollari di danni ai trasporti
Superano il valore di dieci miliardi di dollari i danni causati
dall’invasione russa nel settore trasporti in Ucraina. Lo afferma il
ministro delle Infrastrutture di Kiev, Oleksandr Kubrakov, che dalle
pagine di Ukrayinska Pravda cita
ponti, tratti di rete ferroviaria ed aeroporti colpiti. I danni
potrebbero richiedere due anni di lavori per essere riparati, prosegue
il ministro, che spiega di contare sull’aiuto internazionale per la
ricostruzione.
Ore 7.20 – La minaccia russa: «Interruzione delle forniture del gas»
Il vice primo ministro della Russia Aleksandr Novak ha avvertito che Mosca potrebbe decidere di tagliare le forniture di gas naturale all’Europa
attraverso il gasdotto Nord Stream 1: «In relazione alle accuse
infondate ai danni della Russia per la crisi energetica in Europa e
all’imposizione di un divieto al Nord Stream 2, abbiamo tutto il diritto
di assumere decisioni corrispondenti e imporre un embargo al gas inviato attraverso il gasdotto Nord Stream 1», ha dichiarato il Novak, precisando che al momento la Russia «non ha assunto tale decisione».
Novak ha affermato che la decisione di Stati Uniti e Unione europea
di bloccare le importazioni di petrolio dalla Russia potrebbe spingere i
prezzi a 300 dollari al barile: «Un rigetto del petrolio russi avrebbe
conseguenze catastrofiche per il mercato globale».
Nelle scorse ore, come scritto da Gianluca Mercuri qui,
«Italia e Germania hanno respinto la pressione americana per sanzioni
che colpiscano anche l’import del gas. Allo stesso tempo, è improbabile
che sia Putin a decidere un blocco delle forniture perché, spiegano Fubini e Sarzanini,
«la Russia ne sarebbe la prima vittima: il gas naturale oggi è la sua
prima fonte di entrate e una delle poche rimaste, con oltre 200 miliardi
l’anno alle sue quotazioni attuali; e l’Europa è la prima cliente con
oltre l’80% delle esportazioni russe di gas» (sulla dipendenza europea spiega tutto il Dataroom di Stefano Agnoli e Milena Gabanelli).
Il premier italiano Mario Draghi, proprio per questo, ieri ha
presentato a Bruxelles la proposta italiana di un tetto ai prezzi del
gas russo: un’ipotesi, scrive Marco Galluzzo,
«che dovrebbe vedere tutti i Paesi della Ue concordare un prezzo unico e
calmierato del gas importato da Mosca, con il duplice obiettivo di non
sottostare alle speculazioni e allo stesso tempo di non finanziare il
regime di Putin con valuta in euro, dinamica che in parte riduce
l’effetto delle sanzioni finanziarie».
Con la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, il presidente
del Consiglio ha parlato anche di compensazioni: quelle che dovrebbero
risarcire in parte i Paesi che più ci rimetteranno per le sanzioni
imposte e Masca, e noi siamo tra quelli che ci rimetteranno di più.
Ore 6.53 – Ambasciatrice Usa alla Nato: non siamo pronti alla no-fly zone
L’ambasciatrice degli Stati Uniti
presso la Nato, Julianne Smith, ha dichiarato che l’alleanza non è
pronta a procedere all’imposizione di una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina,
una iniziativa che la Russia potrebbe considerare una dichiarazione di
guerra di fatto. «Al momento il nostro obiettivo è di porre fine alla
guerra», ha dichiarato l’ambasciatrice all’emittente televisiva
statunitense Cnn. «Non vogliamo che questo conflitto si allarghi oltre
l’Ucraina, e dunque al momento il segnale collettivo della Nato è che
l’alleanza non è pronta a procedere con una no-fly zone», ha spiegato la
funzionaria. Smith ha però aggiunto che alcuni tra i Paesi membri
dell’Alleanza stanno assumendo iniziative tese a «fornire assistenza
letale all’Ucraina e asset necessari alle sue necessità di sicurezza».
L’ambasciatrice ha confermato in particolare che i funzionari Usa stanno
discutendo col governo della Polonia il potenziale invio di caccia
Mig-29 di era sovietica alle forze ucraine. Il presidente ucraino
Zelensky in un video aveva chiesto alla Nato proprio di imporre una no-fly zone per bloccare i bombardamenti russi.
Ore 6.35 – Oggi l’evacuazione dei civili in cinque città
C’è paura, non tanta fiducia ma la
Russia ha promesso, dalle 10 ora locale, di lasciar partire i civili
senza la pioggia di bombe e sventagliate di mitra dei giorni scorsi. La
Russia si dice «pronta» a un cessate il fuoco oggi stesso, «ore 10 di Mosca». Le città indicate per le evacuazioni sono Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol.
Ore 5.44 – A Mariupol «niente acqua e riscaldamento, è un incubo»
In Ucraina, nella città assediata di Mariupol i 200.000 residenti
dal 2 marzo, cioè da quando i russi l’hanno circondata, non hanno
accesso nè ad acqua corrente, nè alla corrente elettrica e sono al gelo
senza riscaldamento: è quanto denuncia l’ong per i diritti umani Human
Rights Watch. «I civili di Mariupol sono intrappolati in un incubo
gelato e arido senza luce e vivono sotto la costante minaccia dei
bombardamenti russi», dichiara in una nota Jonathan Pedneault, dirigente
di Hrw. «Le forze russe e ucraine devono prendere i necessari
provvedimenti per permettere ai civili di lasciare la città e di
soddisfare i bisogni più elementari per coloro che restano». Il 6 marzo,
denuncia Hrw, una cannonata russa ha colpito un ripetitore di telefonia
mobile, rendendo il coordinamento dei soccorsi praticamente
impossibile.
Ore 5.19 – Funzionario ucraino: bambini uccisi in attacco a Sumy
Ci sarebbero bambini tra le vittime degli attacchi aerei sulla
città ucraina di Sumy portati dai russi ieri sera. Lo afferma il capo
dell’amministrazione militare regionale, Dmytro Zhyvytsky, in un video
postato su Facebook. «Purtroppo ci sono bambini tra le vittime» ha
detto, aggiungendo che nel bombardamento più di dieci persone sono
rimaste uccise.
Ore 5.03 Rsf, fotogiornalista svizzero ferito da russi vicino a Kiev
Il fotoreporter svizzero Guillaume Briquet è rimasto ferito in
Ucraina, nella regione di Mykolaiv, non lontano da Kiev, da uomini delle
forze russe, che gli avrebbero sparato contro mentre viaggiava in auto.
Lo scrive Reporter senza frontiere (Rsf) su Twitter, aggiungendo che il
giornalista, 58 anni, si trova ora in ospedale. Rsf dice che Briquet ha
«evitato d’un soffio i proiettili» e che è stato bersagliato malgrado
avesse chiaramente scritto «Press» sul fianco dell’automobile e su
giubbotto ed elmetto. «Hanno chiaramente sparato per uccidere» ha
dichiarato il giornalista a Rsf, che ne pubblica una foto con tracce di
sangue sul volto. Secondo varie fonti, chi gli ha spara lo ha anche
rapinato di 3.000 euro, del pc, dell’elmetto e di altro materiale.
ore 4.50 – Russia e Bielorussia, nuove sanzioni dal Giappone
Il governo giapponese ha annunciato nuove sanzioni contro
Russia e Bielorussia, tra cui il blocco dei fondi di alti funzionari e
oligarchi e il veto all’esportazione di apparecchiature e macchinari per
l’industria petrolifera. Il portavoce del governo nipponico Hirokazu
Matsuno ha spiegato in una conferenza stampa che anche Minsk è
«chiaramente coinvolta» nell’invasione dell’Ucraina ed è pertanto
oggetto delle sanzioni. Le misure addizionali includono venti alti
esponenti e oligarchi russi così come altri dodici bielorussi, che si
aggiungono ai nomi di quanti hanno già subito il congelamento dei fondi
in Giappone. Tra loro, i presidenti russo e bielorusso. Il Giappone ha
inoltre proibito la vendita alla Russia dei macchinari destinati alle
raffinerie petrolifere e vietato la vendita alla Bielorussia di
semiconduttori e altri beni che possano essere impiegati nell’industria
militare.
ore 4.27 -Bottiglia molotov contro la Casa della cultura russa a Parigi
Una
bottiglia incendiaria è stata lanciata contro la Casa Russa della
Scienza e della Cultura a Parigi, provocando l’intervento del governo
russo che ha chiesto alla Francia di garantire la sicurezza delle
proprie sedi istituzionali nel Paese. La portavoce del Ministero degli
Esteri russo, Maria Zacharova, ha denunciato il lancio della molotov su
Telegram, spiegando che l’attentato non ha provocato feriti solo perché
la bottiglia ha colpito il cancello, non andando a bersaglio. «Chiediamo
che le autorità francesi assicurino la dovuta sicurezza delle nostre
sedi istituzionali».
Ore 2.20 – La Banca Mondiale ha approvato un programma di aiuti supplementari
Immediati aiuti all’Ucraina per 489 milioni di dollari. Il
programma è battezzato «Finanziamento della ripresa dopo l’emergenza
economica in Ucraina» ovvero «Liberate l’Ucraina». Già il primo marzo
scorso l’istituzione di Washington aveva annunciato che stava preparando
un aiuto urgente per 3 miliardi di dollari in favore dell’Ucraina, di
cui almeno 350 milioni dovevano essere subito sbloccati, un importo
irrobustito con la decisione adesso presa dal consiglio
d’amministrazione della Banca Mondiale. I fondi serviranno per garantire
i servizi essenziali alla popolazione ucraina, per il pagamento dei
salari ai lavoratori sanitari, delle pensioni nonché per i programmi
sociali a favore delle fasce vulnerabili.
Ore 2.34 – Ucraina: respinti da Gb a Calais circa 300 profughi
La Gran Bretagna ha respinto circa 300 cittadini ucraini che
cercavano di raggiungere il Paese dal porto francese di Calais. Lo
riferisce la BBC. Sono 589 i profughi arrivati dall’inizio
dell’invasione russa a Calais, secondo quanto riferito dalle autorità
prefettizie locali: di questi, 286 sono stati respinti dalla Gran
Bretagna. Alcuni cittadini ucraini a Calais hanno raccontato alla BBC di
aspettare da una settimana l’ottenimento di un visto secondo lo schema
di ricongiungimento familiare previsto dalla Gran Bretagna. Sono 17.700
gli ucraini che hanno fatto richiesta di visto a Londra ma sono solo 300
quelli che finora lo hanno ottenuto. Ieri il premier britannico Boris
Johnson ha affermato che la Gran Bretagna è «un Paese molto generoso» ma
che vuole mantenere il controllo sugli arrivi.
Ore 2.03 – Navi Usa nel Baltico «seguite» dai russi
La marina militare russa sta seguendo i movimenti di due
incrociatori lanciamissili americane che sono entrate nel mar Baltico,
secondo quanto afferma il ministero della Difesa di Mosca, citato
dall’agenzia Tass. Le due unità sono la Uss Donald Cook e la Uss Forrest
Sherman, armate di missili guidati Tomahawk a medio raggio con capacità
anche nucleare, e vengono seguite dalla Flotta russa del Baltico, ha
comunicato alla stampa il ministero.
Ore 1.49 – Zelensky richiama i riservisti ucraini per difendere il Paese
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato nella notte un
decreto che richiama i soldati ucraini dislocati nelle forze di
peacekeeping perche’ rientrino in Ucraina per difendere il Paese. Lo
scrive Kyiv Independent su Twitter, aggiungendo che, in base al decreto,
“tutti i soldati e i loro equipaggiamento devono tornare in Ucraina per
contribuire allo sforzo bellico”.
Ore 1.45 – Colpito un impianto di medicina nucleare a Kharkiv
L’Ucraina ha riferito all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che un impianto di ricerca nucleare che produce radioisotopi per scopi medici e industriali è
stato danneggiato dai bombardamenti della Russia nella città di
Kharkiv. Lo ha detto il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano
Grossi, sottolineando che i bombardamenti non hanno causato alcun
aumento dei livelli di radiazioni nel sito. «Dobbiamo agire adesso per
evitare un incidente nucleare in Ucraina che potrebbe avere gravi
conseguenze per la salute e l’ambiente. Non possiamo permetterci di
aspettare», ha tuttavia sottolineato Grossi.
Ore 1.38 – Kharkiv, morto il nipote del capo di Stato maggiore russo
Vitaly Gerasimov, nipote del capo di stato maggiore e primo vice
comandante della 41a armata del distretto militare centrale della
Russia, sarebbe stato ucciso durante i combattimenti vicino a Kharkiv.
Lo rende noto la BBC che cita l’intelligence ucraina, precisando però
di non poter verificare in modo indipendente la notizia. Secondo una
dichiarazione del ministero della Difesa ucraino, anche un certo numero
di alti ufficiali dell’esercito russo sarebbero stati uccisi e feriti.
L’intelligence ucraina afferma che Gerasimov ha preso parte alla seconda
guerra cecena e all’operazione militare russa in Siria. E ha ricevuto
una medaglia «per il ritorno della Crimea».
Ore 1.27 – Incontro tra Macron, Scholz e il cinese Xi Jinping
Il presidente francese, Emmanuel Macro, e il cancelliere tedesco,
Olaf Scholz, avranno un incontro in giornata con il leader cinese, Xi
Jinping, secondo quanto annunciato dall’Eliseo. La Cina, pur difendendo
l’amicizia con Mosca, definita dal ministro degli Esteri Wang Yi «solida
come una roccia», ha fatto capire di essere disposta a un ruolo di
mediazione nel conflitto ucraino. O, come ha suggerito il rappresentante
della politica Estera Ue, Josep Borrell, se non una mediazione – a
causa della «maggiore vicinanza di Pechino alla Russia» -, per lo meno
eserciti la sua influenza su Mosca.
Ore 00.38 – Pentagono, la Russia ha schierato quasi tutte le sue forze militari
La Russia ha inviato in Ucraina quasi tutte le truppe concentrate
negli ultimi mesi alla frontiera. Lo ha riferito il Pentagono, che ha
spedito in Europa 500 soldati in più per rafforzare la Nato. Secondo il
portavoce del Ministero della Difesa americano, John Kirby, Mosca sta
adesso cercando di reclutare anche combattenti stranieri, inclusi i
siriani. Le forze russe «non hanno conseguito alcun reale progresso
considerevole negli ultimi giorni» ha affermato Kirby, mentre il
segretario alla Difesa Lloyd Austin ha annunciato l’invio di altri 500
militari americani in Europa «per rinforzare le capacità difensive e di
dissuasione della Nato, specialmente sul versante orientale», in
aggiunta ai 12 mila già presenti quest’anno in Europa. Il Pentagono
calcola che il presidente russo Vladimir Putin abbia fatto entrare in
Ucraina quasi il cento per cento delle sue forze combattenti concentrate
sulla frontiera russo-ucraina, intensificando i bombardamenti su
obiettivi e infrastrutture civili e zone residenziali, «con sempre
maggior frequenza e su scala ogni volta maggiore».
Ore 00.23 – Zelensky: sono a Kiev e non mi nascondo
«Sono a Kiev , in Bankova Street e non mi sto nascondendo». Così il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky in un video pubblicato su Telegram.
«Non ho paura. La gente in ogni città si sta difendendo, anche senza
armi. Io sono qui e non cederò. Fino a quando sarà necessario per
vincere questa guerra». «Ricostruiremo tutto. Renderemo le nostre città
distrutte dall’invasore migliori di qualsiasi città in Russia». Così il
presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video su Telegram dal suo
ufficio di Kiev, per la prima volta dall’inizio dell’invasione il 24
febbraio
Ore 00.02 – Zelensky parlerà ai parlamentari britannici
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rivolgerà ai
parlamentari britannici oggi con un intervento in collegamento video. Lo
ha annunciato il presidente della Camera dei Comuni, sir Lindsay Hoyle,
che si è detto lieto di accogliere la richiesta «storica» del signor
Zelensky. L’intervento si terrà alle 17 ora locale.
Ore 23.50 – Bbc: «Forti esplosioni udite nel porto di Odessa»
Forti esplosioni sono state udite questa sera nella città portuale di Odessa.
Lo riferisce il corrispondente della Bbc. «Abbiamo appena sentito tre o
quattro forti esplosioni provenire da ovest. Ci è stato detto che era
il sistema di difesa ucraino che abbatteva i missili russi in arrivo
lanciati da una delle numerose navi da guerra situate al largo della
costa qui». Questa mattina la marina militare ucraina ad Odessa aveva
annunciato di aver colpito una nave russa provocando danni
significativi.
Ore 23.10 – Zelensky: «Avanti con i negoziati fino a raggiungimento risultato»
I negoziati con la Russia proseguiranno fino al raggiungimento di
un risultato nell’accordo. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr
Zelensky, a quanto riporta la Tass. «Oggi si è svolto il terzo round di
negoziati in Bielorussia, vorrei dire il terzo e l’ultimo, ma siamo
realisti. Pertanto, parleremo, insisteremo sui negoziati finché non
troveremo un modo per dire al nostro popolo: è così che arriveremo alla
pace», ha detto in un videomessaggio pubblicato sul suo canale Telegram.
Zelensky ha anche accusato Mosca di avere fatto fallire i corridoi
umanitari già concordati nei giorni avendo preferito «carri armati
russi, lanciarazzi Grad si e mine russe».
Ore 22.30 – Cessate il fuoco per i corridoi umanitari
La Russia ha annunciato un cessate il fuoco per permettere corridoi umanitari in Ucraina dalle 9 di domani mattina (le 8 in Italia) per l’evacuazione dei civili da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass. I corridoi umanitari erano già stati annunciati stamani, ma poi non sono stati messi in atto con accuse reciproche di sabotaggio.
CORRIERE.IT
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