A che punto è la guerra nelle città ucraine?
di Andrea Marinelli e gli inviati Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Marta Serafini
I tre fronti dell’armata russa. L’esercito di Mosca è 8 volte quello ucraino, sue le perdite maggiori. Ovunque i corridoi umanitari, aperti a parole, sono chiusi con il fuoco Nella parte Ovest del Paese, fondamentale per i rifornimenti d’armi, Mosca opera soltanto per via aerea, ma non ha il controllo dei cieli
L’Armata russa procede lentamente su tre fronti
. Da Nord scende verso Kiev, dove si combatte nei sobborghi. Gli uomini di Putin avanzano da Nordest,
dalla zona di Chernhiv, pesantemente bombardata ma in controllo
ucraino, e da Nord, dalla Bielorussia, la rotta in cui si è formato il
convoglio di 60 chilometri che mostra la potenza moscovita ma ne lascia
anche trasparire i problemi logistici.
A Est, i russi assediano Kharkiv, che resiste nonostante i missili: qui è stato ucciso il generale russo Vitaly Gerasimov, che guidava le truppe di Mosca.
A Sud i russi guadagnano posizioni
più rapidamente. Le truppe partite dalla Crimea si muovono verso Ovest,
dove controllano l’area di Kherson e puntano Mykolayiv, ma anche verso
Nord, dove hanno il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, e
verso Est: qui, conquistata Melitopol, assediano Mariupol, sul Mar
d’Azov, che aprirebbe un passaggio fra la Crimea e il Donbass.
Ovunque
si contano decine di vittime civili, almeno 474 secondo l’Onu, ovunque i
corridoi umanitari, aperti a parole, vengono chiusi con il fuoco. Le
bombe russe hanno colpito anche il porto di Odessa, nel Sudovest. In
tutta la parte occidentale del Paese — fondamentale per garantire i
rifornimenti di armi— l’attività russa è però soltanto aerea.
I russi non hanno il controllo dei cieli,
ma hanno incrementato la presenza. Colpiscono gli aeroporti militari
per prevenire le consegne di jet, e le strutture per la comunicazione.
Lo Stato maggiore avrebbe impiegato tutte le forze dispiegate, ma
l’umore dei circa 190 mila soldati sarebbe molto basso. I generali del
Cremlino stanno correggendo l’approccio, imparando dagli errori commessi
sul campo.
Il Pentagono conferma i ritardi russi, è sorpreso da
errori e perdite — per gli ucraini le vittime russe sono 11 mila, per
l’intelligence Usa sarebbero fra i 2 e i 4 mila – notano evidenti
carenze di coordinamento, ma avvertono: Putin ha una macchina da guerra
poderosa, capace di travolgere l’avversario. Perdite e problemi
logistici ci sono, ma sono amplificati dalla propaganda di Kiev e
occidentale.
Nessuno si aspettava una resistenza così tenace, considerato il rapporto fra le forze in campo: l’esercito moscovita è otto volte più grande di quello ucraino.
I difensori subiscono l’artiglieria e i bombardamenti russi, ma sono
più motivati e sfruttano la conoscenza del territorio per
contrattaccare: si organizzano in unità leggere che colpiscono le
colonne russe e si disperdono, sfiancando gli uomini di Putin.
Gli
ucraini usano missili anticarro americani e droni turchi, si affidano a
cavalli di frisia per frenare l’avanzata e anche a mezzi meno
convenzionali: blocchi stradali artigianali fatti con autobus e tram,
molotov e trattori, con cui i contadini ucraini trainano le prede
belliche: i mezzi abbandonati dai russi.
KIEV Triplice avanzata verso la capitale, battaglia urbana alle porte
Il morale dei soldati ucraini e dei volontari impegnati a difendere la capitale rimane molto alto a due settimane dall’inizio della battaglia. Le loro forze speciali riportarono un’importante vittoria già il primo giorno, quando riuscirono a mettere fuori gioco gran parte delle truppe d’élite russe che provavano a catturare l’aeroporto di Hostamel, a 40 km da Kiev, da cui intendevano lanciare il blitz letale al cuore dell’Ucraina. Da allora il grande corpo d’armata arrivato dalla Bielorussia ha mostrato di non essere all’altezza. Mancano benzina e cibo per i soldati. I droni e i commando ucraini hanno causato gravi danni alla testa di ponte russa, che da almeno 5 giorni resta impantanata a 30 km dai quartieri a nord della città. Ma sarebbe un errore sottovalutare l’enorme riserva di uomini e mezzi agli ordini di Putin. Dal Pentagono dicono che l’esercito russo è quasi intatto. Kiev viene progressivamente circondata da tre direzioni. Da Nord la grande colonna è attestata a Hostamel e sta scendendo sul lato Ovest per cercare di congiungersi alle colonne che dalla Crimea hanno preso Zaporizhzhia e ora marciano su Dnipro. Una terza colonna avanza dal Donbass, ha superato Sumy e ora sta raggiungendo Kiev. Ben presto quindi i difensori di Kiev dovranno disperdere le loro forze. Ma la battaglia urbana sarà difficilissima. (L.Cr.)
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