I droni turchi Bayraktar: l’arma decisiva dell’esercito ucraino
di Andrea Nicastro
Leggeri, economici e manovrabili da
lontano, i bombardieri comprati da Ankara hanno inflitto pesanti perdite
all’esercito di Mosca
DAL NOSTRO INVIATO
DNIPRO Bayraktar. Imparate questo nome. Se vi fosse più semplice potete anche memorizzarne solo la sigla: BT2. Ma, nelle guerre contemporanee,
bisogna sapere cos’è, come in Vietnam il kalashnikov Ak47 o in
Afghanistan lo Stinger. Il kalashnikov era il mitra che Mosca davano ai
viet per combattere gli yankee, gli Stinger erano i missili che
Washington dava ai mujaheddin per abbattere gli elicotteri russi. I Bayraktar BT2 sono i droni che l’Ucraina si è comprata dalla Turchia per difendersi dall’invasione di Putin.
I droni che vorrebbe qualcuno gli regalasse per continuare a
difendersi. Se sono vere anche solo la metà delle perdite che Kiev dice
di aver inflitto ai russi (12mila soldati uccisi), l’arma decisiva è
stata spesso il drone turco capace di scavalcare le linee e colpire le
parti meno protette del fronte nemico: i camion della logistica, i
trasporta truppe, le cisterne di carburante, le comunicazioni. Il drone
turco brilla nelle guerre a basso contenuto tecnologico.
Qualche analista sostiene che le continue violazioni dei cessate-il-fuoco da parte dei reparti russi durante i corridoi umanitari dipenda dal fatto che i soldati sul terreno non hanno fatto a tempo a ricevere le indicazioni del comando che ha concordato la tregua. Perché? I Bayraktar distruggono i centri di comunicazione.
Il BT2 è un drone bombardiere. Il suo «operatore» è al riparo, distante abbastanza dal fronte, ma comunque sempre lì, nel fango della guerra. È agile, economico e comunque sempre letale. Un suo missile ha ucciso 53 etiopi in un unico colpo appena 4 mesi fa. Proprio perché non è tante cose, il Bayraktar è (fonte Reuter s) probabilmente il drone più venduto al mondo.
Il BT2 sta frenando l’avanzata russa in Ucraina. È lungo 6 metri e mezzo e ha un’apertura alare del doppio. Rispetto ai concorrenti statunitensi, israeliani e cinesi pesa molto meno (600 chili, armamento escluso) e soprattutto costa meno della metà: 10 milioni di dollari. Il Bayraktar fa, in piccolo, il lavoro che farebbe un cacciabombardiere da 200 milioni, solo che si nasconde in cantina in caso di bombardamento, si trasporta con un camioncino e non ha bisogno di aeroporti. «Invece dei vecchi Mig sovietici, fateci avere centinaia di BT2, distruggeremo i russi» avrebbero detto gli ucraini a chi offriva loro aiuto.
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