Con la guerra in Ucraina, l’Europa accelera sull’esercito comune: “Attivo già dal 2023”

dal nostro inviato Claudio Tito

STRASBURGO – La guerra in Ucraina ha cambiato lo scenario. I tempi per costruire l’Esercito europeo vanno accelerati. La “Bussola Strategica” (il documento che delinea la politica estera e militare dell’Europa) messa a punto dall’Alto Rappresentante, Josep Borrell, ha subito negli ultimi giorni delle drastiche correzioni. Con un primo passo per le Forze Armate comuni, da compiere già quest’anno. 
Nello stesso tempo è indispensabile dare la possibilità agli Stati dell’Ue di utilizzare un nuovo Fondo, un “NextGenerationEu2” per gli investimenti nella difesa e nell’energia. Questa è una settimana cruciale per l’Ue. Il consiglio europeo di oggi pomeriggio a Versailles e la riunione della Commissione della prossima settimana infatti cercheranno di far compiere ai 27 un salto verso un’Unione anche militare. Due incontri che solo formalmente sono slegati, ma uno sarà la prosecuzione dell’altro. Basta leggere l’ultima bozza, appena definita, del cosiddetto Strategic Compass che sarà varato mercoledì prossimo, per capire quanto la guerra in Ucraina stia modificando ogni scelta. “Stiamo adottando questa bussola strategica – si legge – in un momento in cui assistiamo al ritorno della guerra in Europa”. Nelle scorse settimane, soprattutto i Paesi dell’Est tra cui i polacchi, avevano chiesto di rinviare il pacchetto di Borrell. La richiesta è stata respinta: “Non è il tempo delle dilazioni”. Bruxelles, insomma, vuole lanciare un segnale. E intende farlo mettendo in campo il nucleo di un esercito europeo con tappe più stringenti rispetto all’idea originaria. Come ha voluto scrivere Borrell, “inizieremo immediatamente l’attuazione” della Bussola Strategica.
Ma cosa si intende per “immediata attuazione”? Vuol dire che già entro quest’anno saranno definiti gli “scenari operativi”. Ossia verranno indicate le aeree in cui il “Battaglione Europeo” potrà agire. E l’idea è quella di individuare uno spazio che va dai Balcani, quindi anche l’Ucraina, al Mediterraneo asiatico e all’Africa. 
Certo, resta il limite numerico di questo battaglione: solo 5 mila soldati. Ma in questo momento i tempi sembrano più importanti dei modi. Si fa così riferimento alla possibilità di mettere in “prontezza” questo primo gruppo già nel 2023. Magari anche solo per “regolari esercitazioni”. Per poi arrivare alla piena e totale operatività per la fine del 2024. Tutte date che nella precedente versione erano molto più sfumate rinviando al 2025 l’esecuzione del Pacchetto. Insomma, di fronte al pericolo russo, l’Europa cerca le contromisure. Tanto che è prevista entro un anno la definizione delle procedure per agire anche attraverso cooperazioni rafforzate (un numero ristretto di Paesi), come previsto dall’articolo 44 del Trattato sull’Ue. 

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