Un atroce crimine di guerra. Impossibile trattare con Putin
Perché tolti tutti gli strati della cipolla, svanite le illusioni e svelate le menzogne, si giunge al nocciolo: l’unico vero obiettivo che Putin vuole non è negoziabile. Putin vuole l’Ucraina. E non tollera l’idea né dell’esistenza del popolo ucraino né della sua identità e aspirazione a essere un Paese libero e democratico. Proprio perché Russia e Ucraina sono due Paesi fratelli, la cui storia e cultura, seppur distinte, sono intrecciata, un’Ucraina libera e democratica avrebbe ripercussioni enormi in Russia. Un’Ucraina democratica è una minaccia per Putin, la dimostrazione concreta che un’altra via è possibile, che una storia fatta di autocrazia e cleptocrazia può essere cambiata, perché la scelta è sempre possibile.
Su questo Kiev non è disposta a trattare, né possiamo esserlo noi. Su questo non esiste negoziato; ne verrebbe compromessa non solo l’esistenza di oltre quaranta milioni di ucraini, ma quelle fondamenta che hanno reso pace, libertà e prosperità possibili in Europa negli ultimi decenni.
La via scelta dall’Occidente è una via sempre più stretta. Una via fatta di sanzioni e di sostegno militare, con una meticolosa attenzione ad evitare che qualunque mossa venga fatta possa trascinare la Nato in una terza guerra mondiale: ecco quindi il no ai ripetuti appelli di Zelensky per una no-fly zone, così come le mille giravolte per giungere ad un accordo tra Stati Uniti e Polonia per un sostegno aereo a Kyiv. Sono giravolte che possono apparire confuse, forse anche un segnale di debolezza. Ma non sono altro che il sintomo del fatto che così come l’Ucraina, e a differenza della Russia di Putin, le liberaldemocrazie sono tali proprio perché proteggono quei valori sui quali sono fondate.
LA STAMPA
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