È un dovere accogliere l’Ucraina in Europa
Pasquale Tridico (*)
Mentre in Ucraina si combatte e si muore, a due settimane dalla violenta aggressione della Russia contro qualsiasi principio o diritto internazionale, l’Europa si rafforza. Si è rafforzata l’idea di difesa europea, l’idea di appartenenza, si sono rafforzati i valori di libertà, i valori di autodeterminazione e poi l’idea di una pacifica convivenza, priva di aggressioni e violazioni di sovranità, che nel secondo dopoguerra si era affermata all’interno del perimetro della Comunità europea prima e dell’Unione europea dopo.
In verità, la pandemia Covid 19 aveva già risvegliato valori di solidarietà e di condivisione, portando anche alla sospensione del Patto di Stabilità, che in qualche modo incarna certi “egoismi” nazionali, e al lancio del grande Piano Next Generation Eu, con l’importante innovazione della creazione e condivisione di un debito europeo.
Oggi, però, di fronte al baratro della guerra e dell’aggressione, la spinta emotiva e valoriale è ancora più importante: non sono solo in discussone valori materiali e prosperità economica, ma gli stessi principi fondanti dell’Ue, ovvero la libertà e la pace. Libertà e pace che sono strenuamente difesi dal popolo ucraino e dal loro presidente Zelensky, che ha dimostrato non solo coraggio ma leadership e soprattutto attaccamento concreto e visibile a tali valori fondanti dell’Ue, sulla base dei quali ha giustamente avanzato, di nuovo, la richiesta di adesione immediata all’Unione europea.
Ma che cosa significa l’adesione di un nuovo paese all’Ue? I precedenti allargamenti a 11 nuovi Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, i Peco (Slovenia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Estonia, Romania e Bulgaria tra il 2004 e il 2007, e la Croazia nel 2013), hanno rafforzato l’idea di libertà e di pace dentro il perimetro dei paesi aderenti. Con certezza possiamo affermare che l’Ue offre una visione di economia sociale all’interno della quale si sviluppano solidarietà, integrazione, welfare, diritti sociali ed economici oltre che libertà civili e diritti politici, dunque appunto pace e libertà. E questo nonostante negli ultimi anni abbiano avuto crescente spazio, all’interno di alcuni dei Peco ma anche nella vecchia Ue a 15 membri, movimenti nazionalisti e pericoli di derive autoritarie. Anzi, ciò che succede oggi in diversi paesi europei non entrati nell’Unione, dimostra che l’Ue è un vero contenitore di libertà e pace, ed è un antivirus che contrasta efficacemente derive illiberali, i cui rischi sono tutt’ora presenti. Ma senza la cornice dell’Unione europea tali rischi sarebbero divenuti, con un grado di probabilità sicuramente maggiore, autoritarismi, guerre, violazioni di sovranità, morti, sofferenze, aggressioni tra i paesi che non fossero appunto entrati nell’Ue.
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