Covid, prove di normalità. Dal 1° aprile niente certificazione verde all’aperto, poi anche al chiuso

PAOLO RUSSO

Dal 1° aprile andrà in pensione in tutti luoghi all’aperto, eccezion fatta per gli stadi, poi da inizio maggio il Green Pass diverrà un ricordo anche al chiuso. Sempre che la curva epidemiologica non si inerpichi troppo in alto, hanno messo in chiaro Draghi e Speranza, illustrando il decreto che traccia la road map verso la normalità e riabilita al lavoro gli over 50 non vaccinati. Un mezzo milione di irriducibili che dal 1° aprile potranno tornare al loro posto e a intascare di nuovo lo stipendio, dovendo però mostrare il Green Pass basico, ossia fare un tampone rapido ogni 48 ore. Ma la via verso la normalizzazione è tracciata, con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo, dopo due anni e due mesi. Anche se tanto la Protezione civile che il ministro della Salute potranno continuare a emanare ordinanze per fronteggiare eventuali emergenze e garantire il proseguimento della campagna vaccinale. Non più portata avanti dalla struttura commissariale, che cessa di esistere dal mese prossimo, così come si smobilita il Cts. Ma gli uomini di Figliuolo continueranno a fare la loro parte in un’unità di missione presso il ministero della Difesa, mentre il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, e quello dell’Iss, Silvio Brusaferro, continueranno a far visita a Draghi per suggerire cosa fare. Sperando non ci sia più motivo di doverli convocare.

LUOGHI DI LAVORO: no vax over 50, per rientrare basta il certificato base

Dal 1° aprile rientreranno al lavoro e incasseranno di nuovo lo stipendio i No Vax ultracinquantenni che erano rimasti a casa perché sprovvisti del Super Green Pass, rilasciato solo a chi è in regola con le vaccinazioni. Anche se per i lavoratori over 50 fino al 15 giugno permane l’obbligo di vaccino e la sanzione di 100 euro per gli inadempienti. Chi è senza vaccino, fino al 30 aprile dovrà comunque mostrare il Green Pass base, ossia fare un tampone rapido ogni 48 ore o molecolare ogni 72. Dal 1° maggio non sarà richiesto nemmeno quello. Nei luoghi di lavoro fino al 30 aprile si continua però ad indossare la mascherina chirurgica. 

SMART WORKING: accordi individuali, deroga nel privato per altri tre mesi

Con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo lo Smart working non sarà più regolato da accordi collettivi, ma sarà il datore di lavoro a doversi accordare con il singolo lavoratore. Questo per ora solo nel settore pubblico, dove la modalità prevalente resta quella del lavoro in presenza. In quello privato, invece, il decreto approvato ieri consente al datore di lavoro di derogare ancora fino al 30 giugno agli accordi individuali. I soggetti fragili, affetti da particolari patologie già individuate dalla legge n. 11 del 18 febbraio scorso, continueranno a loro volta a poter usufruire del lavoro agile sempre fino al 30 giugno 2022. 

TRASPORTI: dal primo maggio su aerei e navi senza certificazione

Dal 1° aprile niente Green Pass per salire su bus, metro e treni regionali. Fino al 30 aprile quello base, che è rilasciato anche con un tampone rapido valido 48 ore o un molecolare con validità a 72, servirà ancora per salire su aerei, navi e traghetti (esclusi quelli che fanno collegamenti con le piccole isole), pullman che colleghino più di due regioni e sui mezzi adibiti a servizio di noleggio con conducente. Tutti mezzi di trasporto ai quali fino ad ora si poteva accedere solo con il Super Green Pass, su cui però fino al 30 aprile continuano ad essere obbligatorie le Ffp2, indispensabili anche per salire su treni regionali, bus e metro. 

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