Kiev, adesso scatta la guerra dei viveri

L’intera area dinanzi a Retroville ha riportato danni mentre la mattina successiva una colonna di camion ha messo in salvo le scorte che non sono andate in fumo mentre venivano fatte brillare alcune cariche del vettore ancora inesplose. È probabile che nei seminterrati fossero stati messi dei mezzi militari, come descritto da alcuni scatti effettuati prima dell’attacco, e come di solito accade in tempi di guerra quando i veicoli delle forze armate vengono nascosti anche in strutture civili per non essere identificati da droni e satelliti. In quel caso si sarebbe trattato di un doppio bersaglio, con le scorte dirette al fronte, che una volta incenerite lasciano la capitale affamata e nel panico, costringendo la popolazione alla fuga. Da una parte è una tattica funzionale all’assedio con cui si tenta di atrofizzare la città affamando la popolazione, dall’altra si punta a levare linfa vitale alla resistenza posizionata alle porte di Kiev, in particolare sulle direttrici Ovest e Nord. L’obiettivo dei russi è avere mano libera quando attaccheranno la città di nuovo, presumibilmente entro una settimana, secondo fonti di intelligence.

Negli ultimi quattro giorni fra missili intercettati, razzi o colpi di artiglieria il tiro dei russi ha colpito ogni giorno un quartiere residenziale di Kiev, seminando terrore. A questo si deve aggiungere un altro elemento: secondo fonti informate, alcuni attacchi (forse anche uno dei missili tirati sul centro commerciale) non sarebbero partiti dal perimetro immediatamente fuori Kiev dove sono posizionate le forze russe, ma da una zona al confine con la Bielorussia. In particolare, vicino alla città di Mozyr dove si sarebbero ricompattate le truppe russe che – spiegano le stesse fonti – sarebbero pronte ad aprire un nuovo fronte. L’obiettivo è marciare su Lutsk e Rivne per tagliare fuori Kiev rispetto a Leopoli, bloccare la catena di rifornimenti di armi dall’Occidente e accelerare l’isolamento della capitale. Dove ogni notte le sirene suonano con frequenza accelerata, una macabra progressione di tamburi di guerra diretta dagli strateghi del Cremlino.

LA STAMPA

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