Guerra in Ucraina, tutti gli uomini di Zelensky che guidano la resistenza

di Milena Gabanelli e Francesco Tortora

Non solo militari, diplomatici e politici di lungo corso. Tra gli uomini e le donne che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scelto per guidare la resistenza contro l’aggressore russo ci sono tanti outsider come lui: amici di infanzia, sceneggiatori televisivi, esperti del mondo digitale, giornalisti dissidenti e persino un’ex ammiratrice di Putin.

La prima vita di Zelensky

Prima di diventare presidente dell’Ucraina, Zelensky è stato un comico di successo. Nato a Kryvyi Rih nel 1978 da famiglia della borghesia ebraica (padre professore d’informatica, madre ingegnere), si laurea in legge a Kiev. Nel 2003 fonda la casa di produzione «Kvartal 95» e sposa Olena Kiyashko, da cui ha due figli Oleksandra (2004) e Kyrylo (2013). Recita in dieci film e tre serie tv, acquistando grande fama con la serie «Servitore del popolo» in cui denuncia la corruzione in Ucraina. Stravince le elezioni presidenziali nel 2019 con il 73% dei consensi promettendo di fermare lo strapotere degli oligarchi e di trovare una soluzione nella crisi russo-ucraina.

Gli esperti militari

Vediamo ora chi sono i collaboratori più vicini al presidente partendo da chi dirige le operazioni sul campo di battaglia: Valery Zaluzhnyi, 49 anni, nominato comandante in capo delle forze armate ucraine a luglio 2021. È il primo capo di stato maggiore del Paese a non aver appreso l’arte della guerra in una caserma sovietica. Da ufficiale si è distinto nel 2014 in Donbass e ha velocemente scalato le gerarchie militari, diventando un grande sostenitore dell’entrata nella Nato. Come consigliere per le azioni militari c’è Oleksiy Arestovych, 47 anni, studi all’Accademia militare di Odessa e carriera nell’esercito prima di diventare il volto che ogni sera racconta in tv agli ucraini come sta andando la guerra.

I negoziatori

Tra gli uomini ai quali Zelensky ha affidato il delicato compito di trattare con la Russia c’è il ministro della Difesa Oleksii Reznikov. Classe 1966, fedelissimo del presidente, ha ricoperto precedentemente anche il ruolo di vicepremier e di ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati. Avvocato di professione con la passione per gli sport estremi (al suo attivo 260 immersioni subacquee, 163 lanci con il paracadute e vari rally nel mondo), parla fluentemente russo, polacco e inglese e dal 1984 al 1986 ha prestato servizio militare nelle forze aeree sovietiche. Ad affiancarlo nei negoziati ci sono David Arakhamia, 43enne leader di «Servitore del popolo» (il partito di Zelensky); il 52enne viceministro degli Esteri Mykola Tochytskyi (anche lui ha fatto il servizio militare dal 1985 al 1987 nelle forze armate russe); Rustem Umerov, 40enne filoeuropeo che si batte per il riconoscimento dei diritti della minoranza tartara di Crimea e infine Mykhailo Podolyak, 50enne di Leopoli: come giornalista ha lavorato a lungo in Bielorussia, prima di essere arrestato dal Kgb di Lukashenko «per attività contro la sicurezza dello Stato» ed espulso in Ucraina. Oggi è uno dei consiglieri più ascoltati dal presidente ucraino ed è lui che ha svelato al Financial Times la bozza di accordo di 15 punti su cui stanno lavorando i due Paesi nemici. All’appello manca Denis Kireyev, il banchiere 45enne che ha partecipato ai primi due incontri dei negoziati, prima di scomparire nel nulla. Secondo i media ucraini sarebbe stato ucciso il 5 marzo perché sospettato di essere una spia russa. Per il Ministero della Difesa invece è un eroe che si è sacrificato in un’operazione di intelligence.

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