Guerra Russia-Ucraina, Putin alla battaglia del rublo: “Il gas russo va pagato con la nostra moneta”

Putin, da parte sua, ha assicurato che le forniture continueranno a essere garantite «nei tempi, nei prezzi e nelle quantità previste». Ma è chiaro che la necessità di acquistare rubli farebbe aumentare il costo per i Paesi colpiti. Prima dell’attacco in Ucraina, il 58% delle vendite di Gazprom veniva pagato in euro, il 39% in dollari e il 3% in sterline. Il problema, alla luce delle decisioni prese dagli anglosassoni sull’embargo, è principalmente europeo.

E dunque è l’Ue che ha più bisogno di correre ai ripari per mettersi in sicurezza in caso di uno stop delle forniture.

Ieri la Commissione ha approvato il piano per gli acquisti congiunti di gas, che sta raccogliendo sempre più consensi tra gli Stati membri. Oggi – in occasione dell’arrivo di Joe Biden a Bruxelles – Ursula von der Leyen annuncerà un accordo con gli Stati Uniti per la fornitura di gas naturale liquefatto (Gnl) «per i prossimi due inverni» e, in prospettiva, per ricevere idrogeno. Una sorta di Piano Marshall energetico per aiutare l’Europa a liberarsi dalla dipendenza del gas russo.

Il dipartimento Usa dell’Energia ha autorizzato due stabilimenti, in Texas e in Louisiana, a vendere il Gnl anche ai Paesi con i quali non è in vigore un accordo di libero scambio, una deroga finalizzata proprio ad aiutare gli europei. Il Congresso e le compagnie energetiche, inoltre, premono per aumentare la capacità produttiva di Gnl per fornire i Paesi Ue, mentre l’amministrazione Biden ha avviato i canali diplomatici per chiedere a diversi Paesi – tra cui il Qatar – di rivedere la propria distribuzione, favorendo il Vecchio Continente.

LA STAMPA

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