Italia alla frutta: prestazione disastrosa della Nazionale castigata dalla Macedonia nel recupero

Raccontare la partita diventa pleonastico. Trentadue tiri l’Italia (ma solo 5 in porta), quattro la Macedonia e tra questi quello buono. Possesso palla del 66%, ma inutile. Nei primi trenta minuti l’Italia suona un’unica nota e neanche tanto swing, è un lento piuttosto stucchevole. Il primo tiro dentro lo specchio è una colossale occasione: il portiere macedone Dimitrievski rinvia in modo maldestro sui piedi di Berardi, la porta è spalancata ma il sinistro dell’attaccante del Sassuolo è una mozzarella e il numero uno macedone rimedia all’errore. Un sussulto almeno. Verratti più di Jorginho, Berardi più di Insigne: sono loro i tessitori di una trama che cerca di liberare al cross ora Barella, ora Emerson. Florenzi salva su Churlinov decollato verso Donnarumma grazie a un errore marchiano di Mancini. L’Italia si riaddormenta. L’ansia è una brutta bestia da domare, non ha ranking Fifa ed è peggio della Macedonia.

La ripresa comincia nel segno di Berardi, ma dopo venti minuti l’Italia comincia anche a guardarsi le spalle. La Macedonia butta fuori la testa. Raspadori per Insigne: non cambia la taglia e neanche l’Italia per se è più vivace di un Insigne davvero molto moscio. Fuori Immobile e Barella: non è più tempo di eroi, ma di Pellegrini e Tonali, due che agli Europei non c’erano. Mancini abiura i fedelissimi per il finale. Troppo tardi. Trajkovski infila Donnarumma e sgonfia il nostro destino. 

LA STAMPA

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