La svolta epocale della Nato
L’incontro del 24 marzo, guidato da Biden, segna una svolta per gli equilibri in Europa: si discute sull’«ambiguità costruttiva» (cioè una maggiore flessibilità sul non intervento), ovunque gli Stati investiranno nel riarmo
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES – Per ora, come dice il presidente francese Emmanuel Macron, «la linea non cambia». La Nato, però, ha avviato una svolta epocale,
o, forse addirittura una mutazione genetica. L’organizzazione
prematuramente liquidata nel 2017 da Donald Trump («è inutile») e poi da
Emmanuel Macron nel 2019 («morte cerebrale») diventa improvvisamente il modello di una nuova costruzione occidentale.
Il vertice di Bruxelles è stato molto diverso dagli altri. Certo, il risultato più concreto è la costituzione di quattro battaglioni (da 300 a 1000 soldati) da inviare in Romania, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria. Ma è un elemento di un approccio decisamente più largo. La guerra in Ucraina ha dato all’Alleanza un inedito ruolo politico, destinato a gonfiarsi fin tanto che la Russia sarà guidata da Vladimir Putin. La prova? Basta osservare la discussione che si è sviluppata sul messaggio da trasmettere al Cremlino. Un gruppo di Paesi, guidato da Regno Unito e Polonia, ha proposto di adottare una strategia di «ambiguità costruttiva». Vale a dire: l’Alleanza atlantica non interviene direttamente nel conflitto, ma potrebbe cambiare idea se Putin dovesse scatenare un attacco chimico, biologico o nucleare. Il piano La Nato rafforzerà l’assistenza militare dell’Ucraina con armi anti carro, difese anti missile e droni oltre all’invio di materiale di protezione in caso di attacchi chimici, nucleari e biologici
SistemI di difesa aerea: batterie a lungo raggio SA 8 (nella foto) e S300 di fabbricazione sovietica e russa: gli ucraini li sanno usare, permetterebbero a Kiev di imporre una no-fly zone di fatto per i russi Missile anti carro Javelin: di fabbricazione americana, a guida infrarossi, pensato per eliminare i carri armati nemici Drone switchblade:un drone kamikaze di produzione Usa, pesa sui 3 kg, trasportabile in uno zaino e composto da un tubo lanciatore dal quale «esce» il drone esplosivo. Il loro invio in Ucraina è al vaglio degli alleati. Finora l’esercito ucraino è riuscito a contrastare l’avanzata dei russi anche grazie ai Bayraktar turchi
La spinta è stata bloccata da un largo schieramento in cui si sono ritrovati Stati Uniti, Francia, Germania, Italia e molti altri. Come confida al Corriere, il primo ministro della Norvegia, Jonas Gahr Store, «avrei preferito che l’espressione “ambiguità costruttiva” entrasse nel comunicato, ma la discussione resta aperta». Come dire: Biden e gli altri hanno solo guadagnato tempo, forse giorni, forse settimane. Finora avevamo ascoltato ragionamenti del genere nei vertici del G7 o del G20, non in un summit della Nato.
Missile anti aereo Stinger: può colpire elicotteri e aerei che volano a bassa quota
Basi russe in grado di lanciare armi atomiche Paesi Nato Missili anti nave: gli Usa stanno consultando gli alleati per l’invio di armi che consentanodi respingere gli attacchi dell’artiglieria navale russa Missile «9m729»Gittata di circa 2.500 Km Kaliningrad(enclave russia) San Pietroburgo Rostov UCRAINA
Le conseguenze di tutto ciò saranno di grande impatto. Innanzitutto c’è una questione di leadership. Ieri Joe Biden si è comportato come il leader di fatto
. Il comunicato finale del vertice sembra una fotocopia della dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca qualche ora prima: «Se la Russia usa le armi di distruzione di massa, ci saranno severe conseguenze».
La Nato sarà la piattaforma che coordinerà gli aiuti militari all’Ucraina.
Insieme a un altro massiccio flusso di missili anti-tank , anti-aerei,
droni e, forse di batterie anti-navali, a Kiev arriveranno anche le
indicazioni messe a punto a Washington. Vero, le altre capitali potranno
sempre dire «sì» o «no». L’iniziativa, però, toccherà agli americani: è
l’eredità che la «vecchia» Nato passerà alla «nuova». Potrebbero
sorgere, presto, anche delle complicazioni. Sono nette, per esempio, le
differenze di opinione sul ruolo della Cina. Biden diffida di Xi
Jinping. Macron, invece, confida nella mediazione di Pechino.
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