Draghi è tornato e il partito filo-russo gli presenterà il conto
Insomma il contesto storico, dopo l’ammaccatura del Quirinale, riporta il premier nel ruolo di comandante in capo, sotto l’ombrello della Nato, di una amministrazione straordinaria de facto. Come col Covid c’è causa di forza maggiore che chiude ogni possibile variazione di qui al voto, consentendo di rinunciare a ciò che, durante la fase del Quirinale, ha appannato l’azione di governo, ovvero il primato della mediazione politica. Draghi sa che l’Ucraina non è la delega fiscale e neppure i balneari, dimostrando di voler guidare su ciò che è giusto, e non mediare su ciò che la sua maggioranza consente. Però il contesto politico, come ai tempi del Covid, è quello di un logoramento quotidiano. Allora c’erano le mascherine e vaccini, e il conto è stato presentato sul Quirinale, oggi ci sono le armi e le sanzioni, e il conto saranno i costi sociali della libertà, presentato da chi non avverte la loro libertà come la nostra libertà, in fondo il partito “filo-russo”.
Cambia lo spartito, medesimi sono gli attori, medesime le possibili conseguenze. C’è un filo che lega la minaccia di Paramonov a Guerini, perplesso ai tempi del Covid sulla missione “dalla Russia con amore” e l’assenza di Conte, che allora invece non ebbe perplessità, anche dalle tribune per ascoltare Zelensky o la minaccia di una crisi di governo sulle spese militari il cui aumento, peraltro, sarà votato solo tra qualche mese in finanziaria. Così come l’intervista di Dugin e la contrarietà di Salvini all’ingresso dell’Ucraina dalla Nato. Se il conflitto dovesse richiedere un ulteriore supporto, in tempi di crisi energetica e sofferenza di Pil, la situazione interna è destinata a radicalizzarsi. È la vecchia questione delle quinte colonne. Scenario inedito, in cui il premier sarà prima o poi chiamato a supplire alle difficoltà politico parlamentari, con la costruzione di un grande discorso “sentimentale” col paese, proprio come ai tempi dei vaccini. Stavolta il vaccino si chiama consenso attorno ai valori della democrazia.
L’HUFFPOST
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