Ora la strategia russa si limita al Donbass (e rinuncia a Kiev): così Putin potrà dichiarare «vittoria»
di Fabrizio Dragosei
Le truppe che arrivano dalla zona di Kharkiv cercherebbero di congiungersi con quelle risalite dalla Crimea per chiudere in una sacca gli ucraini. Ma la manovra non sembra fattibile
Perdite molto più basse di quanto annunciato dai nemici e un cambio di strategia, forse per dare a Putin quella «vittoria» che potrebbe convincerlo a intavolare finalmente serie trattative di pace. È stato il vicecapo di Stato maggiore Sergej Rudskoi ad annunciare che ora l’Operazione militare speciale in Ucraina si concentrerà nella «liberazione» del Donbass. Le truppe che sono avanzate dalla zona di Kharkiv cercherebbero di congiungersi con quelle risalite dalla Crimea per chiudere in una sacca tutte le forze ucraine che fronteggiano i separatisti filorussi di Donetsk e Lugansk appoggiati dall’esercito russo. Rimarrebbe intrappolato il 40 per cento delle truppe speciali di Kiev.
Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina
È una manovra della quale si parla da
tempo ma che per il momento, secondo esperti occidentali, non sarebbe
fattibile, vista la resistenza dei combattenti ucraini. Finora, ha
spiegato ancora il generale, le altre unità hanno tenuto bloccate
attorno alle città del Nord e del Sud-Ovest ingenti forze che avrebbero
potuto altrimenti soccorrere gli ucraini nell’Est. E questi contingenti
non sono entrati nelle città solo «per minimizzare le perdite tra i
civili». Ma una simile eventualità «non viene esclusa». È anche
possibile che una volta conquistato tutto il Donbass, l’esercito
riprenda l’offensiva verso Kiev e Odessa.
La versione russa degli eventi dà un quadro completamente capovolto della situazione
che conosciamo. Altro che enormi perdite dell’armata di Putin. I caduti sono stati solo 1.351 e non dieci o quindicimila come dice la Nato. Il totale dei feriti è di 3.825.
E l’Operazione sta andando esattamente secondo i piani, con 276 località catturate e 14 mila nemici uccisi. Il quadro tracciato da Rudskoi è trionfale: «Abbiamo praticamente distrutto l’aeronautica ucraina e i sistemi di difesa antiaerea, 112 aerei su 152 e 75 elicotteri su 149; inutilizzabili 16 aeroporti; annientati 1.587 tank e blindati su 2.416, 636 cannoni e lanciarazzi su 1.509». Dei 36 droni forniti dalla Turchia a Kiev, ne sarebbe rimasto intatto uno solo.
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