Ucraina, difendersi è un diritto
C’è infine un altro equivoco da dissipare, a beneficio dei social che hanno passato il mese della più grave guerra scoppiata in Europa dal 1945 a discutere prima dei corsi su Dostoevskij, poi del professor Orsini. La «denazificazione» dell’Ucraina è un’immagine della propaganda di Putin. Ridurre la resistenza del popolo ucraino a qualche reparto di invasati sarebbe davvero ingeneroso. E per quanto riguarda la storia, dopo essere stati vittime della carestia scientemente provocata da Stalin, gli ucraini furono vittime di una durissima occupazione nazista. Questi erano gli ordini di Hitler: «Chiunque parla di aver cura della popolazione indigena e di civilizzare deve essere spedito in un campo di concentramento. Il mio solo timore è che l’Ostministerium (il ministero per i territori dell’Est) cerchi di civilizzare le donne ucraine». Commenta Giorgio Bocca, nella sua «Storia d’Italia nella guerra fascista»: «Si manifesta appieno la paranoia hitleriana. Gli ucraini di cui parla come di bestie selvatiche sono uno dei popoli più ricchi e civili dell’Urss, l’università di Kiev è tra le migliori del mondo, le donne ucraine tra le più emancipate. È inevitabile che il risultato di una tale politica sia l’odio profondo, totale della popolazione, come scrivono i nostri relatori a Mussolini». Poi certo, come in ogni Paese da loro occupato, anche in Ucraina i nazisti trovarono collaborazionisti. Purtroppo li trovarono pure in Italia.
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