Formigli: “Ecco perché ospito Orsini in tv deve poter dire ciò che pensa”

Alessandro di Matteo

Far parlare Alessandro Orsini non significa condividere tutto quello che dice, ma i talk-show servono proprio a mettere le opinioni a confronto. Corrado Formigli – che giovedì sera ha ospitato di nuovo il professore finito al centro delle polemiche – è netto sulla vicenda del contratto stracciato: «È una cosa abbastanza ridicola».

Abbiamo un problema di censura in Italia?

«Fortunatamente non c’è una censura “alla russa”, ovviamente. C’è grande libertà di espressione sui giornali, in tv. Però sicuramente c’è la tentazione di mettere sotto tiro i non allineati, con vari pretesti. Io giovedì sera ho fatto un editoriale in difesa del professor Orsini: non per difendere le sue idee, quello lo fa da solo e – comunque – io alcune le condivido mentre altre non le condivido affatto. Il punto è che un accademico col suo curriculum, che ha insegnato in università pubbliche e private, ha tutto il diritto di esprimere le sue opinioni».

Va ricordato che la Rai non ha detto no alla presenza di Orsini, ma ha cancellato il contratto che prevedeva un compenso per le sue apparizioni.

«Quello che mi ha colpito è stata la gazzarra sul contratto. Perché altri possono essere pagati e Orsini no? Questa differenza mi pare che abbia a che fare con le sue idee. Questo è discriminatorio, è anticostituzionale. Certo, capisco se uno fa apologia di reato o negazionismo sull’Olocausto. Ma in questo caso lui esprime le sue opinioni, che ci piacciano o no. Questo pensiero deve poter essere espresso».

Ma c’è il problema degli ospiti pagati con i soldi pubblici, come dicono alcuni partiti?

«In Italia – come in tutto il mondo – si è creato un mercato degli ospiti dei talk-show, è una cosa normale. Da quando i leader politici non si confrontano più in tv, li abbiamo sostituiti con analisti, giornalisti, professori. L’anomalia è il fatto che a un certo punto intervenga a gamba tesa un politico e dica: tu non puoi essere pagato perché dici cose che non coincidono col comune sentire. Chi decide il comune sentire? E poi: tra i cittadini che pagano il canone ci sono anche quelli che vogliono sentire Orsini. Io penso che la commissione di Vigilanza sia un obbrobrio, andrebbe abolita, è un’anomalia italiana».

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