Il generale Petraeus: «L’Ucraina può battere la Russia se armata adeguatamente. Ma la presa di Mariupol può cambiare le cose»

Zelensky ha bisogno di altri tank e jet o può difendersi con sistemi anti-carro, anti-aeree e anti-nave?
«Questi sistemi, insieme ai droni, possono in qualche modo compensare la mancanza di sufficienti tank, aerei e navi ma dovrebbero comunque essere fornite competenze complete e stratificate in ogni area, il che richiede molte risorse. Ci sono notizie non confermate che l’Ucraina ha catturato così tanti tank russi da averne più che prima della guerra; in questa categoria, quindi, il limite non sono i tank ma gli equipaggi per manovrarli. Al di là di ciò, la mia speranza è che alcuni Paesi confinanti con l’Ucraina diano una mano con gli aerei, in silenzio, senza annunciarlo».

Putin può dividere il Paese, prendendo il Donbass e la costa fino a Odessa, ricostituendo una sorta di Novorossyia?
«È difficile che i russi superino Mykolaiv che si frappone tra loro e Odessa. Ma è concepibile che, caduta Mariupol, consolidino il controllo della costa orientale dalla Crimea a Lugansk e forse prendano il resto del Donbass. Ma non si può escludere che, con più armi, Kiev glielo impedisca».

È spesso evocato il paragone con la Seconda guerra mondiale. Lo condivide?
«Questo conflitto è più simile a quello che avremmo potuto combattere durante la Guerra fredda, con l’aggiunta degli aerei senza pilota. I mezzi russi sembrano simili a quelli di cui ci preoccupavamo negli anni Ottanta, quand’ero in servizio in Germania. La modernizzazione vantata da Mosca è assai meno riuscita di quanto si aspettassero molti osservatori occidentali e, sospetto, il ministero della Difesa russo e Putin!».

Le piogge primaverili e lo scioglimento del terreno ghiacciato influenzeranno la durata della guerra?
«La maggior parte dei veicoli a ruote e forse anche cingolati non potranno transitare fuoristrada se vogliono evitare di restare impantanati. Ciò potrebbe impedire ai russi lo sfondamento specialmente intorno a Kiev, prolungando lo stallo sanguinoso in cui si trova l’Ucraina».

Prolungarlo per quanto?
«Settimane, forse mesi».

CORRIERE.IT

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