Ecco cosa è una dittatura

Ma una delle più sgradevoli caratteristiche della realtà è che prima o poi emerge a dispetto di tutto e tutti. L’aggressione russa all’Ucraina ha avuto per l’appunto questa funzione. Ha tolto la maschera a molte ipocrisie, sta obbligando molte teste girate dall’altra parte a guardare dritto davanti a sé. A guardare in faccia chi è Putin, che cosa è il suo sistema di governo e di valori.

Certo, quando si tratta di una cosa terribilmente seria come la guerra è bene stare ai fatti ed è quindi meglio evitare di moraleggiare con il ditino alzato nei confronti di chi per tutto questo tempo si è mostrato corrivo con il potere delle dittature e le opportunità che esso ha offerto. È anche vero però che questo atteggiamento corrivo, questa disponibilità all’oblio, diciamo pure questa indifferenza da parte di molta opinione pubblica occidentale (e italiana in primis, direi) rispetto alla natura del potere di Paesi come la Russia o la Cina ha grandemente favorito nei capi di questi stessi Paesi l’insorgere di un sentimento di arroganza e d’impunità che con lo scatenamento dell’invasione russa di un mese fa c’entra eccome.

Sappiamo abbastanza per certo, ad esempio, che proprio dal constatare l’assenza in Occidente di una vera protesta contro le sue molteplici imprese aggressive in Cecenia, Georgia, Siria, Crimea, proprio dal constatare come la sua straordinaria carriera di avvelenatore di avversari politici abbia lasciato indifferente la schiera dei simpatizzanti-postulanti alla sua porta e di chi voleva fare affari con la Russia, proprio da tutto ciò sappiamo che è venuto maturando in Putin il più profondo disprezzo per il nostro mondo. Per la nostra mancanza ai suoi occhi, di spina dorsale, per la nostra mancanza di fede nei nostri valori e della volontà di difenderli. Da qui, in grande misura, anche da qui, la decisione presa a cuor leggero di farla finita con Zelensky e gli ucraini. E possiamo essere sicuri che Xi Jinping non la pensa molto diversamente.

Sarebbe bene che in futuro molti ci pensassero due volte prima di prenotare un volo per Mosca o per Pechino.

CORRIERE.IT

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