Riposa in pace
di Massimo Gramellini
Uno degli ultimi ricordi che ho di mio padre — ripeteva spesso la signora Maria Romana De Gasperi, scomparsa ieri a 99 anni —
è lui stanco e malato, la schiena affondata nella poltrona del salotto e
i piedi appoggiati su una cassetta della frutta, mentre aspetta la
telefonata che gli dirà se il parlamento francese ha approvato la
formazione dell’esercito comune europeo.
Era stata una scelta
sofferta, la sua, per certi versi ancora più difficile dell’adesione
alla Nato. «A chi risponderà, questo esercito?», domandava agli
interlocutori, che lasciavano la risposta volutamente in sospeso, perché
l’unica possibile era anche la più difficile: a un governo europeo.
Ma
con la capacità di visione degli statisti, Alcide De Gasperi intuiva
che solo una difesa comune avrebbe creato i presupposti per completare
l’unione politica. Perciò si era deciso a correre quell’azzardo. E anche
per un’altra ragione, che in questi giorni suona quanto mai attuale.
Un
esercito europeo avrebbe progressivamente affrancato il Vecchio
Continente dalla protezione americana. Gli sembrava incoerente che
proprio chi lo accusava di avere sottomesso l’Italia agli Stati Uniti
fosse poi in prima fila nell’opporsi all’esercito europeo, in nome di un
pacifismo ingenuo o peloso. Il telefono di casa De Gasperi non
squillava e così fu lui — raccontava la figlia — a comporre un numero
all’apparecchio. Appena seppe che la Francia aveva detto di no, si
lasciò andare sulla poltrona e chiuse gli occhi. Chissà quando apriremo i
nostri.
Il podcast con le parole di Maria Romana De Gasperi
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