Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Gli Usa «forniranno carri armati a Kiev». La Cina: «Ecco come si può fermare la guerra»
di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi, Irene Soave
Le notizie di sabato 2 aprile sulla guerra minuto per minuto: attacco a Odessa nella serata di venerdì, distrutta l’università di Kharkiv. Mistero sull’attacco al deposito di Belgorod, in territorio russo. Mistero sulle condizioni di salute di Putin
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La guerra in Ucraina è al 38esimo giorno. Ed è a una svolta importante,
se venisse confermata l’indiscrezione del NYT secondo cui gli Stati Uniti e gli alleati sono pronti a consegnare carri armati all’Ucraina.
* Nelle ultime ore ancora pesanti scontri vicino a Kiev, dove gli ucraini stanno tentando di riguadagnare terreno.
* A Kharkiv l’Università Nazionale di Karazin è stata «completamente distrutta» dagli attacchi aerei dell’esercito russo.
* Nella fabbrica dove l’Urss fabbricava missili: «Se ci colpiscono ci saranno tre Hiroshima».
* Le forze ucraine hanno smentito di aver attaccato un deposito petrolifero nella città russa di Belgorod.
* Si infittisce il mistero sulle reali condizioni di salute di Vladimir Putin: secondo indiscrezioni, avrebbe un cancro alla tiroide, ma il Cremlino smentisce.
* Zelensky intanto ha silurato due generali, bollandoli come «spie e traditori»: si tratta di Naumov Andriy Olehovych e Kryvoruchko Serhiy Olexandrovych
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Ore 8.35 — Sale il bilancio dei bambini morti in guerra: 158
Sale a 412 fra uccisi e feriti il numero stimato di bambini vittime
della guerra in Ucraina. Lo rende noto l’ufficio del procuratore
generale in Ucraina specificando che dall’inizio del conflitto si
contano 158 bambini rimasti uccisi e 254 feriti.
Ore 8.25 — Zelensky: «Non accetteremo se non la vittoria»
«Una vittoria della verità significa una vittoria per l’Ucraina e
gli ucraini. La domanda è quando finirà. Questa è una domanda profonda. È
una domanda dolorosa. Oltre alla vittoria, il popolo ucraino non
accetterà nessun risultato». Così il presidente ucraino Volodymyr
Zelensky in un’intervista a Fox News. Alla domanda su che cosa «disposto
ad accettare» al fine di garantire un accordo di pace, il presidente
ucraino ha risposto: «Non scambiamo il nostro territorio. La questione
dell’integrità territoriale e della sovranità è fuori discussione».
Ore 8.10 – La Cina suggerisce una mossa per porre fine alla guerra
«Un diplomatico cinese suggerisce alcune mosse per porre fine alla
guerra», titola il suo take l’agenzia Associated Press, base negli Stati
Uniti, reporter in tutto il mondo: e vale la pena di prestare
attenzione, perché finora la Cina si è mossa sempre con estrema cautela,
in questa guerra.
Il diplomatico cinese in questione è Wang Lutong, direttore generale
del Dipartimento affari europei del ministero degli Esteri cinese: un
funzionario di alto grado, dunque.
Le sue parole sono state pronunciate a Pechino, e rivolte ai reporter: non indiscrezioni o retroscena. E sono queste.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dovrebbe chiamare il
presidente russo, Vladimir Putin, e promettere che non ci sarà alcun
allargamento ulteriore della Nato, che l’Ucraina rimarrà neutrale e non
ospiterà armi strategiche. «A quel punto, forse, la questione sarà
risolta».
E ancora: «Qual è l’obiettivo degli americani? Cercano il cessate il
fuoco in UCraina o vogliono indebolire la Russia? Alcuni parlano di
imporre un cambio di regime a Mosca», ha detto, in un chiaro riferimento
alle parole di Biden («Per l’amor del cielo, Putin non può rimanere al
potere»).
«Se cercano il cessate il fuoco, penso che la questione possa essere
risolta molto facilmente», ha detto. E l’Occidente ha preso nota.
Ore 8.00 — L’intervista, drammatica, al sindaco di Mariupol
(Greta Privitera) Ogni
parola è seguita da una piccola eco, segno che Vadym Boichenko, 44 anni,
sindaco di Mariupol , è nascosto in un luogo sotterraneo. (…) Dal suo
bunker segue l’ evacuazione degli ultimi 130 mila abitanti rimasti
intrappolati nella città simbolo della devastazione russa.
Quante persone sono morte a Mariupol?
«Le statistiche ufficiali al 21 marzo dicono 5 mila, ma sono molte di più».
Abbiamo letto che alcuni cittadini di Mariupol sono stati deportati in Russia. Come?
«Succede
così: di notte i militari vanno nei rifugi e dicono che c’è
un’evacuazione. Le persone, stremate, ci credono, salgono sugli autobus e
vengono portate nelle zone sotto il loro controllo e in alcuni casi in
Russia».
E poi?
«Prendono le impronte digitali e sequestrano i documenti. Separano le famiglie, portano via i bambini. Sono criminali».
Che cosa è rimasto di Mariupol?
«Quasi niente. Il 90 per cento della città è distrutto, e il 40 non potrà più essere ricostruito».
Per quanto tempo riuscirete a resistere?
«Resisteremo fino all’ultima goccia di sangue».
(L’intervista integrale è qui)
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