“È solo un’influenza”: adesso la guerra fa più paura del Covid
Così, la preoccupazione di fronte al virus resta elevata, fra gli italiani. E li (ci) fa sentire “sicuramente insicuri”. Ma molto meno che in passato. Soprattutto, rispetto agli ultimi mesi. Da quando, cioè, si è aggiunto e sovrapposto un altro evento, che genera inquietudine e paura. La guerra in Ucraina. Più lontana. Perché il virus è dovunque. “Invisibile”. Senza volto. Mentre la guerra non solo è “visibile”, ma “appariscente”. Infatti, appare ovunque. Su ogni schermo. Veicolata e amplificata dai mass e, ancor più, social media. Questa guerra, inoltre, si combatte poco lontano da noi. E coinvolge molte persone presenti in Italia. Visto che è il Paese con la comunità di ucraini più ampia, in Europa: 236 mila, soprattutto donne. Impiegate in lavori domestici. Ma, soprattutto, la guerra si combatte davanti a noi. In tempo reale. Accompagnata da commenti e testimonianze di protagonisti. E, ancor più, di analisti, specialisti. Opinionisti. È divenuta quasi uno spettacolo. Sanguinoso e sanguinario. Drammatico. E ha coperto, comunque, oscurato, il virus. Divenuto, per questo, meno emozionante e coinvolgente. Così, fa meno paura. E meno ascolti. Speriamo, dunque, che il “virus della guerra” finisca presto. Guarito dal “vaccino del negoziato”. E speriamo che il Covid, a sua volta, finisca e basta.
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