Il punto di Andrea Margelletti: “Ora basta. Mandiamo all’Ucraina tutti i carri armati, blindati e gli aerei di cui ha bisogno”
Emanuela Minucci
Professor Margelletti, dopo il massacro di Bucha
possiamo dirci che siamo al punto del non ritorno? Nel senso che i russi
hanno oltrepassato ogni tollerabile limite?
«Assolutamente
no. Mi spiego: moralmente lo abbiamo superato da settimane questo
limite, ma dal momento che l’Occidente non ha mai fissato la famosa
linea rossa, non possiamo sostenere che qualcuno l’abbia oltrepassata…».
Stavolta però le reazioni dell’Europa si sono fatte sentire.
C’è chi parla come la Germania o Macron di chiudere completamente le
forniture del gas. Al di là del fatto che i russi continuano a sostenere
che loro non sono i colpevoli di questa terrificante strage di civili…
«I
russi fanno il loro mestiere, cioè mentono. Pensando che la Storia, che
li ha visti protagonisti di stragi come quella di Katyn’ (l’esecuzione
sommaria avvenuta nel 1940 di circa 22 mila tra ufficiali, politici,
giornalisti, professori e industriali polacchi (la cosiddetta
Intelligencija) da parte del Commissariato del popolo per gli affari
interni, ndr), non sia ancora lì a ricordarci chi sono: capaci di questo
è altro. Ed è soltanto grazie al frutto di un’abile propaganda seminata
sapientemente negli anni del dopoguerra nel Vecchio Continente che
qualcuno ancora qui da noi si chiede se siano davvero stati loro a
macchiarsi della strage di civili a Bucha».
Alla luce di tutto questo l’Europa come reagirà?
«Intanto
se si decide di inasprire le sanzioni va ricordato che la decisione
deve essere unanime e compatta, quando in realtà già nei giorni scorsi,
da parte alcuni Paesi del Nord Europa è emersa qualche esitazione. Poi
in realtà le sanzioni non basteranno perché Putin ha molto tempo davanti
e altri grandi Paesi come l’India cui vendere il suo gas.
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