Sands: «Putin può essere incriminato in tre mesi con un tribunale in stile Norimberga»
di Marilisa Palumbo
L’avvocato britannico: contro lo zar si deve partire dal reato «supremo», la guerra illegale. Con i crimini contro l’umanità è più difficile incastrarlo. Zelensky che usa la parola genocidio? «Legalmente siamo lontani, ma politicamente lo capisco»
Se Zelensky all’Onu ha chiesto una nuova Norimberga non è solo per l’impatto del paragone storico, ma perché con una corte di quel tipo una incriminazione di Putin «sarebbe possibile in tre mesi», dice al Corriere il professore di diritto internazionale Philippe Sands dell’University College di Londra. Dopo l’inizio della guerra Sands ha avviato una petizione che ha raccolto un milione e mezzo di firme, comprese quelle di ex capi di governo come Gordon Brown, per chiedere che alle indagini sui crimini di guerra della Corte penale internazionale si affianchi un tribunale speciale concentrato sul crimine di aggressione compiuto dalla Russia.
Non è un caso che, a conflitto ancora in corso, anche la leadership ucraina insista così tanto a volerlo. Due dei più grandi e misconosciuti giuristi del secolo scorso, Raphael Lemkin e Hersch Lauterpacht, le menti che hanno concettualizzato i reati di crimini contro l’umanità e genocidio, arrivavano da Leopoli. La loro storia Sands la racconta ne La strada verso Est (Guanda), intrecciandola a quella del nonno, partito a dieci anni dalla stazione di Leopoli come i tanti che partono oggi, per fuggire ai russi. «Il ministro degli Esteri Kuleba, con cui sono in costante contatto e che è molto vicino a Zelensky, è un avvocato di diritto internazionale ed è profondamente consapevole di questi legami con la storia del suo Paese. E conosce benissimo la vicenda di Norimberga. Tutto cominciò nel 1942, con un incontro a Londra dei governi europei in esilio, guidati dai francesi e dai belgi, che portò alla dichiarazione di Saint James: con quel testo si impegnarono perché fossero puniti i criminali di guerra nazisti. Lauterpacht era nella capitale inglese in quei giorni, e lavorava dietro le quinte. Lui e Lemkin sono un’ispirazione: dicevano loro che avevano idee giuste ma impossibili da mettere in pratica, ma continuarono a battersi. Dovremmo fare la stessa cosa, quello che sta succedendo è intollerabile nell’Europa del XXI secolo».
«Lo capisco, credo lo usi in senso politico e naturalmente la definizione legale è diversa: per l’opinione pubblica il genocidio è la terribile uccisione di tante persone, la definizione legale prevede che per provarlo devi dimostrare l’intenzione di distruggere un gruppo come insieme . Sulla base di quello che ho visto in Ucraina ci sono crimini di guerra perpetrati su larga scala, civili presi di mira e crimini contro l’umanità, ma non mi sembra sia stata superata la linea del genocidio. Ripeto però che capisco perché Zelensky usi questo termine, sente che Putin cerca di distruggere l’identità ucraina nel suo complesso».
Cosa pensa di Biden che definisce Putin «criminale di guerra»?
«Non credo sia stato molto saggio.
Sembra che siano stati commessi
crimini di guerra, ma non sappiamo chi sia responsabile, potrebbe essere
che il filo conduca direttamente dalle atrocità commesse sul campo alla
leadership politica, ma è molto difficile da provare e sarebbe meglio
dire: crimini di guerra sono commessi dal regime di Putin, se sia
responsabile in prima persona tocca agli investigatori e ai procuratori
dimostrarlo».
La ragione per la
quale lei chiede un tribunale che giudichi il crimine di aggressione è
proprio che per i crimini di guerra e contro l’umanità è difficile
provare il legame tra le azioni sul campo e gli ordini della leadership
politica. Però il tribunale internazionale sulla ex Jugoslavia arrivò a
incriminare Milosevic.
«Sì, ma ci vollero anni, lui morì
prima del giudizio e non siamo certi che sarebbe stato condannato. La
preoccupazione mia e di altri è che si crei una situazione, in tre o
quattro anni, in cui abbiamo un certo numero di processi all’Aja per crimini di guerra e contro l’umanità,
ma tutti si fermano a ufficiali militari di medio livello dell’esercito
russo. Al contrario, quello che i giudici di Norimberga definirono il
“crimine supremo”, condurre una guerra illegale, è relativamente
semplice da provare. Quel crimine è il punto di inizio: a Norimberga,
come in Ucraina, se non avessimo avuto una guerra non avremmo avuto
crimini di guerra, crimini contro l’umanità e accuse di genocidio. È
molto lineare, e si può arrivare a una incriminazione in tre mesi».
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