Diplomatico russo riscrive la strage di Kharkiv accusando gli ucraini. I sindaci europei abbandonano l’aula per protesta

Durante una riunione della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), un alto diplomatico russo ha accusato le autorità ucraine di una catastrofe umanitaria nella città di Kharkiv, incolpando l’esercito locale di aver bloccato corridoi umanitari. Alexander Alimov, vice rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, però non ha fornito prove per le sue affermazioni, che sono state immediatamente respinte dal sindaco di Kharkiv che le ha definite “distorsioni”. Circa 45 sindaci europei, presenti alla riunione, hanno così lasciato l’aula per protestare contro la Russia e la ricostruzione di Alimov. Prima della guerra, Kharkiv contava circa un milione e mezzo di abitanti, ma dal 24 febbraio ed è al centro di attacchi aerei e missilistici russi. La Russia ha sempre negato di aver preso di mira i civili e ha respinto come “falsa”, qualunque prova che indicasse l’uccisione di civili. Alimov, intervenuto dopo il discorso del sindaco di Kharkiv che aveva appena descritto i danni alla città, ha presentato la versione del suo Paese sostenendo che “A causa della politica criminale delle autorità di Kiev si sta verificando una vera catastrofe umanitaria nella città”. Il diplomatico russo ha affermato che “i residenti di Kharkiv sono tenuti in ostaggio dai radicali e non possono lasciare i corridoi umanitari”, e ha aggiunto che 6.500 cittadini stranieri provenienti da 19 paesi erano tra gli “ostaggi”.

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