Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra | Gli Usa inviano 100 droni kamikaze. Zelensky: «Se le sanzioni sono deboli, Putin andrà avanti»
di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi
Le notizie di giovedì 7 aprile sulla guerra, minuto per minuto. Zelensky: bene le sanzioni ma occorre fare ancora di più. Il Pentagono: i russi si sono ritirati da Kiev e da Kharkiv. La Cina chiede un’inchiesta sul massacro di Bucha
• La guerra in Ucraina è al 43esimo
giorno, di trattative non si parla più, e i combattimenti infuriano
nell’est del Paese, dove la gente continua a scappare. La Nato non
esclude che il conflitto possa durare anni, ma il riarmo ucraino procede
massiccio e la controffensiva sembra possibile.
• Il presidente ucraino Zelensky, dopo essere intervenuto al Consiglio Onu,
nella notte ha definito «spettacolari» le nuove sanzioni, ma ha
avvertito che non bastano: «Sanzioni deboli saranno interpretate da
Putin come un via libera a continuare»
• Papa Francesco ha mostrato ieri la bandiera ucraina da Bucha: «Il sangue innocente grida fino al cielo».
• Gli Usa hanno sanzionato le figlie adulte di Putin e la figlia di Lavrov.
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Ore
Ore 7.45 – Il Pentagono: «L’Ucraina può senz’altro vincere la guerra»
L’Ucraina può «senz’altro» vincere la guerra contro la Russia. A
dirlo non è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma il Pentagono:
che pure mette in guardia dai rischi di un conflitto lungo e sanguinoso.
«Certo che possono vincere», ha detto il portavoce del ministero
della Difesa Usa, John Kirby, «e la prova è data da quello che stiamo
vedendo ogni giorno, dall’inizio del conflitto. Se guardate a quanto
sono stati in grado di fare fino ad ora, il signor Putin ha raggiunto —
per l’esattezza — nessuno dei suoi obiettivi strategici all’interno
dell’Ucraina. Non ha preso Kiev. Non ha rovesciato il governo. Non ha
spazzato via l’Ucraina come stato. E di fatto ha preso il controllo di
un numero limitato di città — e non sono nemmeno quelli a cui puntavano
davvero. Mariupol? Non è ancora stata pressa. Kiev? Si sono ritirati da
lì. Chernihiv? Pure. Kharkiv? Idem. Mykolaiv? Anche. Gli ucraini stanno
combattendo con coraggio per difendere il loro Paese. E hanno impedito a
Putin di raggiungere tutti gli obiettivi, finora. Dunque ripeto:
assolutamente sì, l’Ucraina può vincere questa guerra».
(Anche il nostro inviato Lorenzo Cremonesi, dal fronte, tira le somme senza lesinare ottimismo:
«In pochi giorni la guerra in Ucraina ha offuscato quell’aura di
efficienza e invincibilità che l’esercito di Putin si era costruito
negli ultimi anni. I fatti sul terreno dimostrano che l’impegno
americano sta adesso girando a pieno regime. Ogni giorno che passa
arrivano nuovi missili anticarro e terra-aria. Il morale ucraino è alle
stelle, alimentato anche dalla rabbia per gli orrori che emergono dalle
regioni abbandonate dai russi. Appare possibile ormai che l’atteso
attacco russo ad Est possa venire annullato da un deciso contrattacco
ucraino»).
Ore 7.30 – La Cina sta evitando il petrolio russo?
Le
raffinerie statali cinesi stanno continuando a onorare i contratti
esistenti sul petrolio russo — ma evitano di stipularne di nuovi,
nonostante l’offerta da aprte di Mosca arrivi con sostanziali sconti. A
rivelarlo è l’agenzia Reuters, che cita sei fonti (che hanno chiesto
l’anonimato) concordi nell’ascrivere questo comportamento nel solco
della prudenza chiesta da Pechino di fronte al nuovo scenario
internazionale creatosi con l’invasione dell’Ucraina.
L’agenzia cita in particolare dati relativi a Sinopev, CNOOC,
PetroChina e Sinochem: un loro interesse nella stipula di nuovi
contratti con Mosca potrebbe essere interpretato dall’Occidente come un
sostegno a Putin da parte di Xi.
la Cina è il più grande acquirente di petrolio russo (1,6 milioni di
barili al giorno); non ha condannato apertamente l’aggressione
dell’Ucraina da parte della Russia ma ha, sul tema, una posizione
difficilmente categorizzabile: ha negato di aver offerto supporto
militare ai russi, ha definito ingiuste le sanzioni contro Mosca, e
stanno emergendo sempre più chiaramente segnali di imbarazzo nei confronti di una guerra dai risvolti terrificanti (come scritto qui).
Ore 7.20 – Le parole di Carrère sull’Ucraina
Aldo Cazzullo ha intervistato Emmanuel Carrère, «lo scrittore del decennio» secondo il referendum della Lettura. Parla delle elezioni in Francia, di sé: ma anche della guerra in Ucraina. E le sue parole sono tutte da leggere.
Lei era a Mosca quando è scoppiata la guerra.
«Sì, e mi sono fermato, per tentare di capire quel che stava accadendo».
Che idea si è fatto? Putin è impazzito?
«Non è follia; è un incredibile errore di valutazione. Putin si era convinto che una parte degli ucraini avrebbe accolto i russi come liberatori. Come l’assassinio del duca di Enghien, l’invasione dell’Ucraina c’est plus qu’un crime; c’est une faute».
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