Draghi, il discorso sul Def: «Preferite la pace o i condizionatori accesi per tutta l’estate?»
di Marco Galluzzo
Il premier: se sul prezzo del gas la Ue non decide potremmo andare avanti con provvedimenti nazionali. Nella maggioranza le battaglie identitarie non aiutano
Nel nuovo Documento di economia e finanza approvato dal governo vengono previsti altri 5 miliardi di euro di spesa per famiglie e imprese. Per Mario Draghi, che spiega le misure in conferenza stampa subito dopo il Cdm, «non bisogna drammatizzare la situazione, ma occorre essere realisti, è chiaro che la guerra ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita. Consumatori e imprese vedono oggi un futuro meno positivo, ma faremo tutto il necessario per aiutare famiglie e imprese».
Il capo del governo commenta i dati economici, il deterioramento dello scenario, ma cerca lo stesso di mandare un segnale di fiducia, che diventa una delle parole chiave, anche per descrivere le fibrillazioni interne alla maggioranza: «Una cosa fondamentale è il messaggio che il governo e in generale la maggioranza devono dare in termini di fiducia che promana dal governo e dal Parlamento».
Nonostante la situazione, e forse proprio per i tanti fronti di crisi, dalla guerra ai prezzi delle fonti di energia, sino al rialzo dell’inflazione, «la governabilità non deve essere compromessa e si esprime con decisione e unità di intenti, che è quello che vogliono vedere i cittadini: fra la riaffermazione dei vari partiti e l’unità di intenti sono sicuro che i cittadini scelgono la seconda».
L’appello al realismo
Insomma le differenze di opinione fra i partiti, le critiche e gli allarmi di Confindustria, vanno fronteggiate e necessitano risposte incentrate in primo luogo sul «realismo» e sul «dovere delle istituzioni di dare una risposta ai tanti bisogni; siamo molto consapevoli del disagio sociale, soprattutto per chi teme l’impatto dell’inflazione e siamo pronti a intervenire». In ambito nazionale ma anche in sede europea, dove «tutti siamo al lavoro per risponde ad un choc comune».
In questo quadro «credo che tutti i leader dei partiti hanno consapevolezza della situazione, nonostante le posizioni di bandiera». E se per gli industriali oggi conviene sempre meno produrre in Italia Draghi non si scompone, «è chiaro che in questo momento si sbaglia meno ad essere pessimisti piuttosto che ottimisti, ma addirittura dire che non convenga produrre in Italia mi sembra troppo, non siamo peggio degli altri, anzi i dati dicono il contrario, le materie prime mancano a tutti in Europa, il cemento manca a tutti, dalla Germania a tutti gli altri, io credo che convenga ancora produrre in Italia, chiaro che il quadro complessivo sta peggiorando, ma non bisogna drammatizzare».
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